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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Novaledo

Novaledo, comitato di cittadini contro l'inceneritore da 19 mila tonnellate

Nel 2016 tra gli abitati di Novaledo e Marter, in Valsugana, dovrebbe entrare in funzione una ciminiera alta 20 metri, scarico di un impianto di combustione a biomassa che brucerà quasi 19.000 tonnellate annue di legname e materiale erboso, circa 600 quintali al giorno, per 333 giorni all’anno

Riceviamo e pubblichiamo questa nota del Gruppo di Salute Pubblica di Novaledo

Mercoledì 10 dicembre, alle 20.30 presso la Sala Polivalente di Casa Zen, a Novaledo, ci sarà un incontro con la popolazione del professor Michele Corti, docente del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano, organizzato dal Gruppo di Salute Pubblica di Novaledo. Corti è presidente del Coordinamento nazionale Terre nostre dei comitati no biogas, no biomasse e, tra l’altro, anche segretario del Forum Terre Alte. Nel 2016 tra gli abitati di Novaledo e Marter, in Valsugana, dovrebbe entrare in funzione una ciminiera alta 20 metri, scarico di un impianto di combustione a biomassa che brucerà quasi 19.000 tonnellate annue di legname e materiale erboso, circa 600 quintali al giorno, per 333 giorni all’anno. L’impianto creato da Novaledo Energia srl che fa riferimento all’azienda Menz & Gasser, non ha richiesto per la sua approvazione nemmeno il rilascio di una Valutazione di Impatto Ambientale in quanto inferiore di un solo kW elettrico ai 1.000 previsti dalla normativa per la tutela dell’ambiente. I tecnici da tempo stanno affermando che una centrale alimentata a biomasse inquina molto di più di un impianto alimentato a metano, producendo ad esempio da 20 a 40 volte più polveri sottili. Ma non solo: le emissioni di questa tipologia di centrali posseggono diverse sostanze cancerogene, quali gli ossidi di carbonio e di azoto, idrocarburi aromatici, formaldeide e metalli pesanti. 

La qual cosa ha fatto scrivere a Federico Valerio, direttore del Servizio Chimica Ambientale dell'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova che «bruciare biomasse per produrre elettricità è la peggiore scelta che possiamo fare, se si vuole mantenere buona la qualità dell'aria che respiriamo. Affermare che le biomasse sono fonte di energia pulita ”è falso, inquinano molto più del metano e in alcuni casi più del carbone».  Ma il cogeneratore voluto dall'azienda di Novaledo beneficerà degli incentivi economici pubblici previsti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; energia che l’azienda potrà rivendere, ricavandone un profitto. Si deve notare che l’impianto nascerà in una zona per anni invasa dagli odori dell’impianto di compostaggio di Campiello (chiuso infine dopo una lunga battaglia dei cittadini) e, soprattutto, attraversata da una superstrada sovraccarica di traffico e soggetta anche al devastante carico di inquinanti scaricati in atmosfera dalle Acciaierie di Borgo. 

Per non parlare di altri abusi ambientali che hanno lasciato segni indelebili e irrisolti a pochi chilometri, come nel caso dell'ex Cava Zaccon e di altre discariche  prese di mira dall'inchiesta <Ecoterra>.  Non pare casuale che la Provincia autonoma di Trento poche settimane fa abbia deciso di negare in futuro qualsiasi contributo pubblico alla realizzazione di questo tipo di impianti di produzione di energia, almeno nelle zone (e così è per Novaledo) metanizzate.  Ma a Novaledo il progetto ormai è stato approvato, inclusa una corposa variante al PRG, attraverso un iter rapido e silenzioso che Menz & Gasser, sindaco e giunta comunale hanno portato a termine senza dare la possibilità alla popolazione di essere informata e poter manifestare la propria opinione.

È evidente a questo punto, che questa operazione che sembra pensata soprattutto per accedere ai contributi GSE prelevati dalle bollette pagate dai cittadini, potrà essere fermata solo da una precisa presa di coscienza della popolazione che abita in questo territorio, di Novaledo, Marter, Roncegno, Levico, Campiello, Barco, Borgo, Caldonazzo soprattutto. Cosa non nuova peraltro: nel 2005 nacque in Valsugana un forte movimento di opposizione alla nascita di un impianto simile a una quarantina di chilometri, a Cismon del Grappa. Tra le sue file c’erano anche personaggi del calibro del compianto consigliere provinciale Giovanni Battista Lenzi.  Ora quell’impianto sta nascendo in Valsugana e sommerà i suoi effetti inquinanti a quelli di altri, mettendo ulteriormente in crisi una immagine di “pulizia” sulla quali da anni si sta tentanto di rilanciare un settore turistico (laghi, terme, pista ciclabile, agritur, campeggi ed hotel) basato sulla salubrità e sulla pulizia ambientale. E negando alla popolazione quel diritto alla salute previsto dalla Costituzione Italiana e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Di questo verrà a parlare alla popolazione il professore Michele Corti, invitato dal Gruppo di Salute Pubblica di Novaledo.

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