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Gli orsi che verranno abbattuti e perché

La prima ordinanza è stata già firmata dal presidente Fugatti, poi inizierà il percorso di riduzione esemplari annunciato prima di Pasqua

In Trentino gli orsi verranno ridotti drasticamente, ad annunciarlo è stato il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti che ha già firmato l’ordinanza per la cattura e l’abbattimento del grande carnivoro che ha aggredito e ucciso Andrea Papi, il 26enne solandro trovato senza vita in una strada forestale del monte Peller nella notte tra mercoledì 5 e giovedì 6 aprile.

Al momento non è ancora chiaro quale, dei diversi orsi presenti sul territorio, sia il diretto responsabile della morta del giovane Andrea. Sarà comunque il primo ad essere rimosso e, insieme a lui, altri tre plantigradi definiti problematici, non solo dall’amministrazione provinciale, ma anche dalla comunità valligiana, stretta nel dolore per la perdita del 26enne, da giorni.

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Si è stimato che al momento ci siano più di 100 orsi in Trentino, forse 120, ma questi sono numeri ottenuti solo attraverso osservazioni e studio, perché sono in pochi a essere radiocollarati e, come riportati nel rapporto “Grandi carnivori” redatto dalla PaT nel 2021 e dichiarato nei giorni scorsi da Fugatti, la situazione “attualmente non è sostenibile”. E questo perché, dal progetto di reinserimento del 1999, era stato stimato un numero di esemplari tra i 40 e i 60, distribuiti anche oltre il territorio provinciale; invece, se ne stimano oltre 100 che si spostano all’interno di un’area ampia circa 1.500 chilometri quadrati e fortemente antropizzata. Gli orsi che dovrebbero essere abbattuti prima sono Mj5, Jj4 e M62, oltre a quello che ha ucciso Andrea, se non dovesse essere tra questi.

Chi sono i primi orsi che verranno abbattuti

Un mese prima, non molto lontano da Caldes, un’altra persona ha incontrato l’orso. In quel caso si trattava di Mj5. L’escursionista, un 38enne della zona si trovava a circa duemila metri con il cane quando è avvenuta l’aggressione da lui denunciata. In quel caso, l’uomo, ha riportato ferite che non sarebbero state gravi e per le quali non sarebbe stato in pericolo di vita. Mj5 è un maschio di 18 anni nato nel 2005 da Maja e Joze, orsi sloveni che hanno dato avvio al progetto Life Ursus sulle Alpi negli anni Novanta.  Gli esperti hanno spiegato che probabilmente si è trattato di un "attacco finto" che aveva come scopo la difesa. La Provincia ha annunciato comunque l'intenzione di abbatterlo, scatenando le proteste degli animalisti.

Poi c’è Jj4, un'orsa che i suoi difensori hanno ribattezzato Gaia. L'orsa si è resa responsabile di un'aggressione ai danni di padre e figlio sul Monte Peller, il 22 giugno del 2020. In base a quanto è stato ricostruito, il giovane stava imboccando un sentiero, seguito a poca distanza dal padre, quando si è trovato a tu per tu con l'orso. Caduto a terra, è stato sormontato dall'animale e a quel punto la reazione del padre è stata quella di scagliarsi contro il plantigrado riportando la frattura di una gamba in più punti.

Il terzo orso nel mirino dalla Provincia è M62, definito "troppo confidente" anche se non risultano aggressioni "a suo carico". La Provincia autonoma di Trento sta monitorando da tempo questo plantigrado che avrebbe fatto diversi danni per la sua abitudine di frequentare da vicino i centri abitati. L'ultimo episodio noto alle cronache risale a circa un anno fa: l'animale avrebbe predato delle galline tentando poi di entrare, rompendo due finestre, in un locale adibito a dispensa al piano terra di una casa abitata a maso Testoni, nel comune di Campodenno. 

"Ad oggi i casi di orso problematico, dei quali è già stata informata Ispra, sono tre - ha detto il presidente della Provincia Fugatti, annunciando che - nei prossimi giorni verrà fatta richiesta di abbattimento di questi tre esemplari: Mj5 (responsabile dell'aggressione del 5 marzo scorso), Jj4 e M62. Abbiamo avuto già rassicurazioni da parte Ispra di dell'accoglimento di queste richieste".

I plantigradi da abbattere sono dunque potenzialmente 4, qualora dalle indagini genetiche emergesse che l'orso che ha aggredito il runner non sia già classificato come pericoloso. La Provincia però ha ben altri piani. Secondo Maurizio Fugatti il progetto 'Life Ursus' che ha reintrodotto l'orso in Trentino "con questi numeri non può durare". "La presenza di oltre un centinaio di esemplari sul territorio Trentino non è sostenibile. Dobbiamo riportare la popolazione a circa 50 unità. Non importa come" ha detto Fugatti. 

Lo studio di fattibilità del piano per riportare i plantigradi sul territorio era stato curato dall'Istituto nazionale per la fauna selvatica e aveva accertato l'idoneità ambientale per ospitare una popolazione vitale di plantigradi (40-60 orsi), che costituiva l'obiettivo finale del progetto. L'areale doveva andare ben oltre i confini del Trentino, mentre la maggior parte del centinaio di esemplari attualmente presente sul territorio provinciale si sposta all'interno di un'area ampia circa 1.500 chilometri quadrati (pari a un quarto dell'intero Trentino) e fortemente antropizzata. Il piano è di ridurre drasticamente il numero di orsi sul territorio, ma non è chiaro in che modo la Provincia intenda farlo. 
 

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