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Cronaca

Niente frutta trentina a scuola. Dalmaso autarchica: non consumatela

L'appalto per la fornitura dei prodotti freschi per le scuole nell'ambito del progetto "Frutta in classe" è stato vinto da una impresa non trentina, e tanto basta per ribellarsi e invitare i presidi a reagire

Marta Dalmaso consiglia la pura autarchia sulla frutta consumata in classe: l'assessore provinciale all'istruzione ha infatti inviato una lettera ai dirigenti degli istituti scolastici dicendo loro di fare marcia indietro sul progetto ministeriale "Frutta nelle scuole", cui molte strutture scolastiche hanno aderito con entusiasmo. Verrà da pensare che magari l'assessore lo ha fatto perché c'è in giro frutta contaminata, pericolosa ed era doveroso quindi mettere un limite scrivendo ai dirigenti. Ma le cose non stanno così: la frutta è buona e sana, solo che l'appalto per la fornitura dei prodotti freschi per le scuole è stato vinto da una impresa non trentina, e tanto basta per ribellarsi e invitare i presidi a reagire.  Con le seguenti parole: "In merito al programma Frutta nelle scuole si è appreso che la società che si aggiudicata il Lotto 3, comprendente il territorio Trentino Alto Adige, non prevede la distribuzione di frutta trentina". Ragione più che sufficiente per "ritirare l’adesione al programma, inviando una comunicazione sia al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali sia alla società di distribuzione e per conoscenza al Ministero". Insomma, per l'assessorato all'Istruzione, piuttosto che far mangiare qualcosa di non trentino agli studenti (ma sano, si tratta di frutta, anche se magari confezionata in imballaggi  di plastica perché non è a km zero, il ché sarebbe stato senz'altro meglio,  non c'è dubbio), meglio che quest'ultimi non mangino frutta in classe. L’intenzione della Provincia è però quella di risolvere il problemaaffidando a Melinda l’80% della fornitura totale. E i piccoli produttori locali? 

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