Faita lancia l'allarme: campeggi trentini a rischio chiusura
"L'introduzione dell'IMU nel 2012, già di in sé un aggravio maggiore della vecchia ICI, ha corrisposto con la revisione delle rendite catastali, producendo ulteriori aumenti della base imponibile: nel caso di un campeggio, che magari ha fatto i salti mortali per inseguire e aggiungere la fatidica qualità questo ha significato aumentiche possono variare dal 50% fino al 90%.", spiega Poletti
La prossima stagione estiva, per i campeggi trentini, a prescindere dalle prenotazioni (che per altro non sono confortanti) si preannuncia già in salita: ancora prima di far entrare nelle strutture i primi turisti, i gestori si troveranno a fare i conti con un'impennata delle tasse, frutto delle politiche economiche di questi ultimi mesi, che può raggiungere anche un aumento del 90%. “Si tratta di un discorso valido per tutte le imprese – ha detto il presidente di Faita Trentino Fabio Poletti nella conferenza stampa tenuta stamattina nella sede di Confcommercio Trentino - ma che sulla nostra categoria si abbatte in una maniera estremamente dura e con esiti che speriamo non essere fatali per la sopravvivenza delle stesse”.
L'introduzione dell'IMU nel 2012, già di in sé un aggravio maggiore della vecchia ICI, ha corrisposto con la revisione delle rendite catastali, producendo ulteriori aumenti della base imponibile: nel caso di un campeggio, che magari ha fatto i salti mortali per inseguire e aggiungere la fatidica qualità (nella quale crediamo e che, per altro, ci permette di restare competitivi sul panorama europeo) questo ha significato aumenti, rispetto alla vecchia ICI, che possono variare dal 50% fino al 90%. “Per un meccanismo astruso e incomprensibile – spiega Poletti – (anche se in realtà ne conosciamo benissimo motivi e cause), si è deciso di utilizzare un sistema che consenta ai Comuni un minimo di margine per stabilire l'entità dell'imposta ed, eventualmente, per prevedere agevolazioni sia ai privati che alle aziende. L'anno scorso i Comuni potevano scegliere di scendere sotto alla soglia del 4.6 per mille fino ad un 4 per mille. Oggi questo non è più possibile: la soglia minima è stata portata al 7,6 per mille e la discrezionalità dei Comuni è solo “a crescere”, fino a 10,6 per mille”.
Se l'IMU è un problema serio, la TARES potenzialmente potrebbe rappresentare una catastrofe per i campeggi trentini: la prima rata della tassa, che dovrebbe coprire la gestione dei rifiuti urbani e altri servizi comunali, è prevista, salvo modifiche, a fine maggio. La componente che copre la raccolta dei rifiuti è formata da una parte fissa ed una variabile in base alla quantità di rifiuti prodotta dall'azienda. La componente degli altri servizi (uffici pubblici, illuminazione, vigili urbani, ecc.) viene calcolata in base alla superficie dell'immobile dell'azienda. Nel caso dei campeggi, si calcola l'intera area sulla quale viene esercitata l'attività. “I 69 campeggi trentini – dice Poletti – hanno una superficie media di 20 mila metri quadri. Considerando soltanto la quota per i servizi indivisibili, ciascuna struttura si trova a pagare in media 8 mila euro. Calcolando, sempre in media, l'entità della componente rifiuti arriviamo alla cifra di circa 21 mila euro. La somma delle due componenti significa questo: ciascun campeggio in Trentino si troverà a dover iniziare la stagione registrando a passivo quasi 30 mila euro di TARES. La superficie complessiva dei campeggi trentini è di circa 1,5 milioni di metri quadrati: se moltiplichiamo tale dato per il 0,30 euro per metro quadrato risulta una tassazione complessiva sul sistema open air superiore a 550 mila euro, importo che va ad aggiungersi alla tassazione della componente rifiuti con un aumento medio, appunto, di circa 8 mila euro per impresa”.
Tra il 2011 e il 2012 si è provveduto alla revisione delle rendite catastali che ha provocato un aumento notevole e soprattutto ha creato una situazione paradossale: chi ha investito in qualità e ristrutturato le proprie imprese viene penalizzato maggiormente. La stima sul 2013 della IMU è calcolata considerando che i Comuni applichino l’aliquota minore del 7,6 per mille. Se decidessero di applicare l’aliquota massima, 10,6 per mille, l’aumento sarebbe ancora maggiore: da una percentuale minima del 65% complessivo rispetto al 2011 potremmo arrivare addirittura ad un +90%. Per quanto concerne il personale i campeggi trentini, considerati i costi sopra evidenziati, si troveranno nella drammatica situazione di razionalizzare le spese per i dipendenti. Conseguentemente si avranno dei riflessi negativi riferiti sia alle famiglie, che di quel reddito vivevano, sia alla qualità dei servizi offerti.
“Tenuto conto che il turismo in Trentino rappresenta la risorsa strategica per eccellenza –spiega Poletti - le nostre richieste, in generale, sono riferite alla riduzione del carico fiscale perridare ossigeno alla imprese. In particolare chiediamo: l’annullamento della TARES, e non il rinvio del pagamento che non risolve il problema, l’applicazione dell’aliquota minima per l’IMU da parte dei Comuni, l’annullamento dell’aumento dell’IVA al 22%, posto che il precedente rialzo ha prodotto effetti esattamente contrari a quelli attesi, la riduzione del costo del lavoro. Riteniamo doveroso che l’Ente pubblico trovi la copertura finanziaria andando a ridurre la spesa pubblica, tra le più alte in Europa. In questa richiesta auspichiamo il coinvolgimento dei parlamentari trentini”. “Qualcuno sostiene – conclude il presidente FAITA – che un carico fiscale come quello che opprime le nostre imprese sia incostituzionale: la nostra Costituzione parla chiaramente di un fisco che gravi su ciascun cittadino “in ragione della propria capacità contributiva”. Ci preme precisare che le nostre aziende sono uno strumento prezioso per creare ricchezza, occupazione ed accrescere l’immagine dell’Italia nel mondo. In un contesto come quello che vi abbiamo illustrato, non appare più come una proposta fuori luogo, o una boutade, l’ipotesi di uno sciopero fiscale messo in atto da tutte le aziende aderenti a Faita nazionale”.