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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Riva del Garda

Rivano minacciato da due aguzzini: si erano conosciuti a Medjugorje

Si erano conosciuti durante un viaggio a Medjugorje, poi i due si sarebbero trasformati in veri e propri aguzzini nei confronti di un operaio rivano

Si erano conosciuti durante un pellegrinaggio a Medjugorje, ma le intenzioni della coppia, ora denunciata dai carabinieri, nei confronti di un operaio rivano di 50 anni, erano tutt'altro che pie. Sfruttando il momento di debolezza dell'uomo per la perdita di un congiunto ed il legame di amicizia nato durante il viaggio spirituale nel 2015 i due, un cinquantenne senese nullafacente ed una cinquantacinquenne rivana, avrebbero convinto la vittima a comprare un immobile a Cetona, in provincia di Siena, come permuta della sua abitazione a Riva del Garda.

Come minaccia avrebbero usato un assegno da 210.000 euro sottratto da carnet del malcapitato. Le indagini sono partite grazie alla particolare attenzione di una dipendente delle Poste Riva del Garda che aveva notato l'uomo,  accompagnato dai due aguzzini fin dentro l'ufficio postale, mentre chiedeva la detrazione di un quinto dello stipendio per ottennere un finanziamento da 10.000 euro, palesemente contro la sua volontà. In quell'occasione ad attirare l'attenzione della dipendente erano state le pressioni dei due nei confronti del personale delle poste, affinchè si velocizzassero le procedure del finanziamento.

L'intervento dei carabinieri, e dell'avvocato Ilaria Torboli, legale della parte offesa, ha permesso di scongiurare il rischio che la compravendita dell'immobile andasse a buon fine, lasciando il rivano senza casa. In oltre un anno di indagini i militari hanno ricostruito la terribile situazione nella quale l'uomo si era venuto a trovare, accertando l'estorsione di almeno 30.000 euro nel corso del 2015. I due sono stati deferiti alla Procura di Rovereto per il grave reato di estorsione ed il malcapitato è tornato in possesso dell'assegno da 210.000 euro (cifra che evidentemente non poteva coprire) uscendo così da una situazione di soprusi e minacce durata anni. Ora la parola passerà all'Autorità Giudiziaria, che  deciderà se l'uomo  potrà almeno recuperare parte di  quanto versato e se, oltre al reato di estorsione, i due abbiano messo  in atto una vera e propria circonvenzione di persona momentaneamente incapace. 

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