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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lavoro / Predazzo

Ennesimo incidente mortale nei boschi. I sindacati parlano di strage e accusano la Pat

Dalla tempesta Vaia dell'ottobre 2018 sono 34 gli incidenti "gravi o gravissimi" tra boscaioli e forestali. Uno su quattro è stato mortale

Si allunga la lista di lavoratori morti sul lavoro in Trentino. E ancora una volta a pagare con la vita è un boscaiolo. L'ultima tragedia si è registrata giovedì 14 aprile nei boschi di Bellamonte, a Predazzo, in Val di Fiemme dove a perdere la vita è stato il 61enne Aldo Fanton. 

Nemmeno 10 giorni fa ha perso la vita Paolo Marcon, 58 anni, impegnato in lavori di esbosco nel Bellunese, alle dipendenze di una ditta del Primiero. A inizio, marzo, invece, è morto il 22enne Walter Guadagnini, al lavoro con il padre per montare una teleferica nei boschi fra Predazzo e Mezzavalle. Dall'inizio dei lavori di sgombro e ripristino necessari dopo la tempesta Vaia dell'ottobre 2018, l'Unità operativa di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Uopsal) della Provincia ha preso in carico 34 incidenti "gravi o gravissimi" tra boscaioli e forestali in Trentino: uno su quattro è costato la vita al lavoratore.

Il Trentino è "zona rossa" per la sicurezza sul lavoro

“Sono numeri inaccettabili di fronte ai quali non bastano più le parole di circostanza: è ora di agire”, denunciano oggi i sindacati Cgil, Cisl e Uil che chiedono maggiore responsabilità da parte della Provincia. “È chiaro che le attività di prevenzione e di informazione messe in campo finora non siano state sufficienti”, affermano i sindacalisti Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti.

In particolare, i sindacati chiedono a Piazza Dante di convocare in tempi rapidissimi il comitato provinciale Salute e sicurezza e di mettere in campo azioni concrete di prevenzione e repressione: “Basta inerzia. Niente accade per tragica fatalità - insistono -. Accanto a chi perde la vita ci sono altri lavoratori costretti a portare avanti una vita dalla qualità profondamente compromessa. È un costo altissimo che non possiamo permetterci né di accettare né di pagare come persone e come comunità”.

“Serve potenziare gli organici dei servizi ispettivi e specializzarli per realizzare controlli capillari sul territorio - concludono Faggioni, Bezzi e Alotti -. E serve prevedere la figura dei responsabili dei lavoratori per la sicurezza territoriali in tutti i settori a maggiore rischio, come l’ambito agricolo e quello forestale. Le imprese edili e del settore agricolo/forestale mettano a disposizione le risorse economiche necessarie per migliorare il livello di consapevolezza degli operatori, in modo da evitare questa strage”.

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