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Cronaca

Donna uccisa e fatta a pezzi a Milano. A scoprirlo la figlia che abita a Trento

Si tratta dell'omicidio di Lucia Cipriano, una donna di 84 anni il cui corpo è stato fatto a pezzi  e lasciato nella sua vasca da bagno di casa

Uccisa e fatta a pezzi nella vasca da bagno a Melzo, nel milanese. Le indagini toccano anche Trento. Si tratta dell'omicidio di Lucia Cipriano, una donna di 84 anni il cui corpo è stato fatto a pezzi  e lasciato nella sua vasca da bagno di casa. Come riporta MilanoToday, per il delitto è stata fermata la figlia maggiore della vittima, Rosa, 58 anni, l'unica delle tre figlie che si dedicava ad accudire la madre ed era in possesso delle chiavi di casa. Le sorelle minori, una residente come la vittima a Melzo, l'altra a Trento, non vedevano la madre da mesi. I carabinieri che indagano sull'omicidio dovranno ora ricostruire gli ultimi contatti telefonici avuti dalle figlie con l'84enne e le ultime volte che i vicini hanno visto la donna, per capire fino a quando sia rimasta viva.

Alla sorella: "Non puoi andare in bagno"

E' stata, però, proprio la donna che vive in Trentino, 46enne, a capire per prima che qualcosa non andava. Era troppo tempo che non sentiva la madre. Così ha chiamato la sorella maggiore chiedendole dove si trovasse. "E' in Rsa", le ha risposto, "è seguita meglio". L'altra ha voluto comunque venire in Lombardia a trovarla e si è recata nell'abitazione della madre. Si è insospettita quando ha chiesto di usare il bagno e la sorella le ha detto che non era possibile, per poi ammettere genericamente che era successo "un disastro" e chiederle di accompagnarla dai carabinieri. 

Ma, durante il tragitto, è esplosa. Ha fermato la macchina, è uscita e corsa via per i campi. L'altra allora ha chiamato i carabinieri chiedendo aiuto: tutti insieme, lei, la sorella e i militari, sono tornati nella casa dell'anziana. E sono stati proprio i carabinieri, entrando in bagno, a scoprire tutto. Il cadavere era in stato di decomposizione avanzata ed era sezionato. C'era ancora il cellophane. La figlia 58enne avrebbe vagamente ammesso una responsabilità, per poi trincerarsi nel silenzio. Una mezz'ammissione che le è valsa comunque anche la contestazione del reato di omicidio da parte del pm, che altrimenti sarebbe stato pressoché impossibile, almeno in quel momento, attribuirle.

Le indagini: il corpo era "sigillato" nella vasca

Il cadavere, in avanzato stato di composizione, sarà analizzato dai medici legali e dall'antropologo forense, per confermare che la morte risalga a due mesi fa. A metà aprile, inoltre, una vicina ha riferito ai carabinieri di aver notato del fumo uscire dalla finestra della casa della vittima. Era probabilmente prodotto dal rogo - avvenuto secondo gli investigatori in un momento successivo a quello dell'omicidio - degli abiti della donna, ritrovati bruciati in casa. I vicini hanno parlato anche di odori nauseabondi, non dovuti al fumo. La vasca da bagno, in cui era adagiato il cadavere, era sigillata con un telo di cellophane.

All'interno dell'appartamento, che aveva tutte le finestre spalancate, i carabinieri hanno trovato diversi profumatori per ambiente, forse utilizzati per occultare l'odore. Secondo gli inquirenti la donna potrebbe essere morta per asfissia: la figlia potrebbe averla accompagnata verso il bagno e poi averle coperto la bocca con il nastro adesivo, prima di sigillare la vasca con il telo, fino a provocare la morte della madre. Soltanto le analisi del medico legale potranno confermare questa ipotesi, mentre nella casa della vittima è stata rinvenuta e sequestrata una sega, che potrebbe essere stata utilizzata dalla 58enne per smembrare il cadavere. La donna è accusata di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere.

Fonte: MilanoToday

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