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Cronaca Centro storico / Piazza Dante

Difensore Civico da un anno a Trento: "serve un'amministrazione più trasparente"

Un'appello per una pubblica amministrazione più trasparente arriva dal Difensore Civico della Provincia di Trento Daniela Longo, che traccia un bilancio ad un anno dalla sua nomina: "i cittadini perdono diritti a causa della burocrazia"


Più chiarezza da parte della pubblica amministrazione nei confronti del cittadino. Lo chiede il difensore civico della Provincia autonoma di Trento, Daniela Longo, ad un anno dal suo insediamento. Un periodo che consente di tracciare un bilancio dei primi dodici mesi di attività. "Da un lato - spiega Daniela Longo in una video intervista realizzata dall'ufficio stampa del Consiglio provinciale - tanti cittadini hanno chiesto aiuto per verificare se i rifiuti delle amministrazioni a domande che avevano presentato erano legittimi".

Dall'altro lato, l'ufficio del difensore civico denuncia una certa difficoltà dei cittadini, dovuta alla burocrazia e alle normative, a comprendere la modulistica istituzionale su temi come casa, lavoro, prestazioni sanitarie e sociali: "Ma perché ci vuole un avvocato per comprendere queste domande?", chiede Daniela Longo. "Questo mi dispiace, perché i cittadini hanno perso dei diritti perché non sono stati in grado di capire che cosa dovevano chiedere o come lo dovevano chiedere. Va trovata la strada giusta per comunicare con chiarezza ai cittadini". 
   
Quanto alla discrezionalità delle amministrazioni nel rispondere ai cittadini "sappiamo che di fronte a richieste del cittadino talvolta la risposta è automatica, altre volte c'è la discrezionalità dell'amministrazione - spiega il difensore civico -. Va ricercata l'equità del singolo caso. Invito l'amministrazione ad utilizzarla bene, applicandola al singolo caso specificico".


L'ufficio del difensore civico ha anche il ruolo di Garante dei minori: "Da un lato abbiamo cercato di riempire il vuoto che c'era nell'ambito dei minori in difficoltà a cui deve essere affidato un tutore", in seguito alla decisione di togliere ai famigliari la podestà genitoriale, spiega ancora Longo. "Dall'altro - conclude il difensore civico - abbiamo spostato l'attenzione sul tema dei problemi legati all'uso di internet".
 

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