rotate-mobile
Cronaca Povo / Via Sommarive

Diamanti creati in laboratorio con un bicchier d'acqua, scoperta trentina

Attraverso i laser i ricercatori sono riusciti a convertire la grafite presente nell'acqua, i nanodiamanti ottenuti potrebbero essere usati nei vasi sanguigni come "antenne" per molte malattie

Diamanti di dimensioni nanometriche, creati in un bicchier d'acqua, talmente piccoli da poter essere utilizzati all'interno dei vasi sanguigni come "antenne". Sembra un racconto di maghi alchimisti del medioevo ma è il risultato di una ricerca svolta dal Laboratorio IdEA del Dipartimento di Fisica di Povo e dal CNCA IIT di Rovereto. Il team di ricercatori, coordinati da Antonio Miotello ed Angelo Bifone, sono riusciti a creare dei nanodiamanti a partire dalla grafite contenuta nell'acqua. La grafite, sotto impulsi molto intensi di luce ultraviolett, viene "convertita" in diamante, similmente a quanto avviene in natura. 

La scoperta, pubblicata sullarivista Scientific Reports, del celebre gruppo editoriale Nature, ribalta completamente il rapporto tra costi e vantaggi visto che finora i nanodiamanti, utilizzati per la pulizia delle acque, erano ottenuti esclusivamente tagliando esemplari "veri", più grossi e molto costosi. Al progetto ha lavorato un team di ricerca forte di competenze diverse con i ricercatori Federico Gorrini, Massimo Cazzanelli, Nicola Bazzanella, Raju Edla e Carla Dorigoni, che hanno collaborato con un gruppo di colleghi di Pisa.

Non è finita qui: la scoperta, che già di per sè può apparire appunto "magica", avrà delle applicazioni mediche importanti. I diamanti sono composti di carbonio, materiale compatibile con l'organismo, ed allo stesso tempo funzionano come piccolissime "antenne" per rilevare la presenza di metalli pesanti nel corpo, oppure per diagnosticare altre malattie. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Diamanti creati in laboratorio con un bicchier d'acqua, scoperta trentina

TrentoToday è in caricamento