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Cronaca Borgo Valsugana

Valsugana, scorie di acciaieria lungo il torrente Moggio

La denuncia dell'associazione Valsugana Attiva alla Forestale è stata trasmessa in procura a Trento. Presunte scorie di lavorazione da processo siderurgico sarebbero alle porte della valle di Sella

Scorie di acciaieria lungo il corso del torrente Moggio, alle porte della val di Sella, in Valsugana. E' quanto denunciato dal responsabile dell'assocazione "Valsugana Attiva" Walter Tomio, che lunedì scorso, il 14 maggio, si è presentato alla stazione del Corpo forestale provinciale di Borgo Valsugana con diverse fotografie scattate il giorno prima, quando si era diretto per una passeggiata lungo il torrente che scende dalla valle di Sella. Un'altra denuncia di presunto inquinamento ambientale in Valsugana.

La zona è compresa tra la discarica comunale Prae - che tra gli anni ottanta e novanta, periodo in cui era stata data in concessione a ditte private, venne in parte riempita con materiale derivante dalla lavorazione del processo siderurgico - e l'argine destro del Moggio. Qui sono stati effettuati degli scavi per la posa di una condotta di alimentazione per la centralina che produce energia elettrica più a valle, pompando l'acqua dentro le turbine. Ed è proprio la presenza di questi presunti scarti siderurgici che ha colpito l'attenzione di Tomio: "In alcuni punti lo spessore raggiunge circa i 2 metri".
 
Certo non è detto che quel materiale sia pericoloso, ma non è nemmeno possibile escludere che non lo sia. Dalle immagini scattate da Walter Tomio si notano macchie più scure, che potrebbe essere la cosiddetta scoria nera (considerato materiale inerte, a patto che non sia stato ottenuto fondendo sostanze potenzialmente pericolose per l'ambiente), ma anche piccole stalattiti chiare che al tatto rilasciano sulle mani una impalpabile polverina, che potrebbero invece essere di scoria bianca, cioè scarti di materiale refrattario. Ci sono poi delle macchie brune, molto scure, che potrebbero indicare la presenza di polveri di abbattimento dei fumi. E' evidente che è impossibile stabilire ad occhio nudo l'esatta composizione chimica del materiale e la sua provenienza, quindi determinarne l'eventuale impatto sull'ambiente e sul corso d'acqua.
 

Scorie di acciaieria lungo il torrente Moggio

 
Ed è proprio questa la ragione per cui Tomio - che lavora per il Wwf, quindi d'ambiente se ne intende - ha presentato denuncia: "Chiedo che vengano fatti gli opportuni accertamenti e analisi dei materiali per verificare l'eventuale pericolo per le falde acquifere, per l'ambiente in generale e la salute delle persone". Saranno perciò gli accertamenti che la forestale provinciale deciderà di condurre a confermare o smentire eventuali rischi per l'ambiente. Nel frattempo, come è prassi, la denuncia è stata inviata in copia anche alla procura della Repubblica di Trento.
 
Nell'area interessata dagli scavi per la posa della condotta, attualmente tutto è fermo: i lavori sono stati bloccati dal Comune di Borgo Valsugana, che ha emesso un'ordinanza di sospensione. La segnalazione, in questo caso, sarebbe arrivata proprio dall'impresa che si occupa del movimento terra sul cantiere, la Boccher di Borgo Valsugana. E' però legittimo chiedersi perché i lavori non siano stati bloccati subito, appena iniziato a scavare, quando sono iniziate ad affiorare dal terreno porzioni di materiale di gradazioni cromatiche che vanno dal bianco, al grigio azzurro, al nero. Dalle immagini sembra infatti che parte della tubazione sia già stata posata e coperta con della ghiaia. Anche se ciò che colpisce di più è la presenza di materiale dal colore strano, soprattutto nella sezione della trincea scavata per la posa della condotta. 
 
Il Moggio è zona di pescatori e l'argine destro è frequentato per le passeggiate. Il Wwf - racconta Tomio - aveva già chiesto all'amministrazione comunale di verificare alcune voci sulla zona della discarica di Prae, emerse soprattutto dopo le inchieste ambientali condotte in Valsugana dal Nipaf del Corpo forestale dello Stato su mandato della procura di Trento e del pm Alessandra Liverani. Inchieste sulla pattumiera di Monte Zaccon e sulla discarica di Sardagna a Trento (Tridentum), sugli sforamenti delle Acciaierie Valsugana (Fumo negli Occhi) e sulle bonifiche agrarie fatte con scorie di acciaieria (Ecoterra). Procedimenti che si sono conclusi, in primo grado e non in via definitiva, con una condanna, una sfilza di patteggiamenti e diverse oblazioni. Dal Comune, però, precisa ancora Tomio, non è arrivata risposta: "Per questo chiediamo che anche il Comune si faccia carico del problema ed effettui degli accertamenti per capire se ci siano potenziali rischi per l'ambiente". In Valsugana, insomma, il problema inquinamento pare non essere mai passato d'attualità.
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