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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Su Libero: "Dirigenti scomodi in Provincia cacciati da Dellai"

La storia di Marzio Maccani è finita su un giornale di centrodestra perché in Trentino - a quanto ci risulta - nessun quotidiano ha considerato le lettere in cui denunciava alcune procedure discutibili

"Dellai cacciava i dirigenti scomodi". Questo il titolo con cui Libero oggi in edicola torna ad occuparsi dell'ex governatore provinciale del Trentino, candidato con la lista Monti alle elezioni politiche. L'articolo di Andrea Morigi riporta la storia di un dirigente provinciale, Marzio Maccani, che negli anni (lavora in Provincia da 26 anni ed è dirigente da 10) è stato spostato diverse volte. Maccani si è occupato di settori delicati come la cooperazione, l'internazionalizzazione, gli incentivi alle imprese, la promozione dei prodotti trentini, le fiere... Ma ora è stato parcheggiato al Servizio polizia amministrativa a firmare permessi per i luna park e i concerti. Maccani è una persona competente e onesta ma - soprattutto - ragiona con la sua testa. La sua storia è finita su Libero (Maccani, va detto, non è uomo di destra) perché in Trentino - a quanto ci risulta - nessun quotidiano ha considerato le sue lettere circostanziate in cui denunciava alcune procedure discutibili all'interno dell'amministrazione provinciale. D'altronde, si sa', in Trentino va sempre tutto bene, madama la marchesa, come si permette questo Maccani di dire il contrario e presentare esposti dettagliati in cui denuncia "strane procedure seguite per bloccare pratiche in concorrenza con altre".

Del suo caso si è interessato il consigliere provinciale del Pdl Giorgio Leonardi, ma le carte sono difficili da consultare. O meglio, al platinato consigliere del Pdl è stato permesso di vederle, ma non di averne copia: 143 allegati da ricordare a memoria, scrivendo al massimo qualche appunto sul taccuino. E' la famosa trasparenza. Lo stesso dirigente ha chiesto diverse volte all'assessore provinciale Alessandro Olivi  di rendere pubblici i documenti in questione, in modo che chi voglia farlo possa valutare da solo la verdicità delle sua affermazioni. Ma non ha mai ricevuto risposta. Mettendo insieme i documenti prodotti da Maccani - che è dirigente provinciale e quindi non può parlare di queste cose con i giornalisti altrimenti rischia un procedimento disciplinare, o peggio - emerge quello che Libero definisce un sistema basato sul "clientelismo", a cui si aggiunge "la connivenza della burocrazia", con cittadini di serie A (gli amici degli amici) e di serie B (quelli che non hanno l'aggancio giusto). Maccani è stato ringraziato per il suo atteggiamento super partes da vero dipendente pubblico che risponde alla pubblica amministrazione e non ai politici di turno? Ma certo che no. Anzi, è stato velatamente minacciato, a quanto pare. Una situazione che spinge il quotidiano berlusconiano a scrivere una cosa che fa male, ma che qualche anno fa disse in altri termini anche Donata Borgonovo Re (che di berlusconiano non ha proprio nulla): "Sono minacce velate, insomma, che si sospetterebbero più in qualche Regione ad alta densità mafiosa che ai confini con l'Austria. Eppure prevale l'omertà". 

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