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Il monitoraggio

Covid, corrono i contagi. Gimbe: "+55% in una settimana"

Il monito della fondazione: "usare le mascherine per contenere la circolazione virale, scongiurare un 'lockdown di fatto' e arginare il progressivo sovraccarico ospedaliero"

Sono in aumento i nuovi casi e i decessi legati al covid anche nella prima settimana di luglio. Secondo l’ultimo monitoraggio della Fonazione Gimbe, nella settimana tra il 29 giugno e il 5 luglio, sono in crescita anche i casi attualmente positivi, le persone in isolamento domiciliare, i ricoveri con sintomi e le terapie intensive in Italia. Nel dettaglio, in Trentino, questi sono i dati:

  • nella settimana 29 giugno-5 luglio si registra una performance in peggioramento per i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti (916) e si evidenzia un aumento dei nuovi casi (41,5%) rispetto alla settimana precedente. Sotto media nazionale i posti letto in area medica (12,4%) e in terapia intensiva (1,1%) occupati da pazienti COVID-19;
  • la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari al 4,4% (media Italia 7,1%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni temporaneamente protetta, in quanto guarita da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 6,3%;
  • la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto la terza dose di vaccino è pari a 14,3% (media Italia 11,4%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni guarita da meno di 120 giorni, che non può ricevere la terza dose nell'immediato, pari al 2,8%;
  • il tasso di copertura vaccinale con quarta dose (persone immunocompromesse) è del 18,5% (media Italia 44,2%).
  • il tasso di copertura vaccinale con quarta dose (over 80, ospiti RSA e fragili fascia 60-79) è del 23% (media Italia 21,1%).
  • la popolazione 5-11 che ha completato il ciclo vaccinale è pari 31,6% (media Italia 34,9%) a cui aggiungere un ulteriore 3,1% (media Italia 3,3%) solo con prima dose;
  • i nuovi casi per 100.000 abitanti dell'ultima settimana per la provincia di Trento: 683 (+41,5% rispetto alla settimana precedente).

“L’aumento dei nuovi casi settimanali (+55% rispetto alla settimana precedente) - dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - per la terza settimana consecutiva supera il 50%, con un tempo di raddoppio dei casi di circa 10 giorni. Nella settimana 29 giugno-5 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 595 mila, con una media mobile a 7 giorni che supera gli 85 mila casi al giorno”.

Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-28 giugno 2022 sono state registrate in Italia oltre 587 mila reinfezioni, pari al 4% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 22-28 giugno si è attestata al 9,5% (n. 30.941 reinfezioni), in aumento rispetto alla settimana precedente (8,4%).

“In questa fase di crescita esponenziale dei contagi, che non contabilizza il ‘sommerso’ dei casi non dichiarati - conclude Cartabellotta - con evidenti segnali di impatto sugli ospedali, in particolare in area medica, è fondamentale agire su due fronti. Oltre ad accelerare ora la somministrazione della quarta dose nei pazienti vulnerabili, è indispensabile contenere la circolazione virale utilizzando le mascherine al chiuso, in particolare in luoghi affollati e poco ventilati, oltre che all’aperto in condizioni di grandi assembramenti con attività ad elevata probabilità di contagio. Infatti, al di là della scelta individuale di dichiarare alle autorità sanitarie la propria positività, l’isolamento domiciliare non è sinonimo di asintomaticità e bisogna chiedersi quanto costa al Paese (giornate lavorative perse, attività chiuse per COVID, vacanze cancellate, etc.) un’elevata percentuale di popolazione sintomatica e/o isolata a domicilio per COVID, che peraltro rischia di determinare un “lockdown di fatto” su vari servizi, inclusi quelli turistici. Se il muro eretto dalla vaccinazione ha ridotto ospedalizzazioni e mortalità, oggi l’utilizzo della mascherina rimane lo strumento più efficace che ciascuno di noi ha per arginare la diffusione del virus: utilizziamola, facciamolo per la nostra salute, per i professionisti sanitari stremati da due anni e mezzo di pandemia, per l’economia del nostro Paese e per non ritrovarci nuovamente con gli ospedali in sovraccarico che causano inaccettabili ritardi alle cure di tutti i cittadini”.

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