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AbilNova e i rischi con il cantiere del bypass: “Fateci parlare con Italferr”

La cooperativa sociale di via della Malvasia teme ripercussioni sulle sue attività per i diversamente abili e chiede un aiuto alle istituzioni

Chi potrebbe subire gravi ripercussioni dal cantiere del bypass ferroviario è la cooperativa sociale AbilNova, con il presidente, Lorenzo Andreatta, che ha detto, in maniera perentoria: “Italferr potrebbe imparare dall’Associazione Nazionale Alpini, che nei luoghi delle proprie adunate lascia sempre qualcosa di concreto per il futuro”. L’idea di fondo, in questo senso, potrebbe essere quella dell’acquisizione, da parte della società, dell’immobile che ospita AbilNova per metterlo, a fine cantiere, a disposizione del territorio e della comunità.

C’è poi la questione dei circa 500 soci dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, le cui attività in sede risentiranno parecchio dei lavori di cantiere. Lo scenario si fa ancora più drammatico se si considera la situazione di AbilNova, che conta 180 dipendenti e registra migliaia di accessi all’anno nel proprio centro di riabilitazione e con le attività di formazione, sensibilizzazione, consulenza, trasporto nella sede di via della Malviasia. Dall’associazione sono piuttosto chiari: sospendere o ridurre le attività e i servizi della cooperativa significa ostacolare i percorsi di autonomia degli utenti, impedire loro una riabilitazione idonea, creare difficoltà per chi deve muoversi e spostarsi con un senso in meno a disposizione.

La richiesta è semplice: un incontro con Italferr. Il sindaco Franco Ianeselli ha aperto a questa possibilità, mentre l’assessore provinciale alla mobilità Mattia Gottardi ha aggiunto: “Dietro ad un numero civico ci sono storie, percorsi ed attività che si rivolgono a migliaia di persone e che hanno reso la cooperativa un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale. La Provincia metterà in campo le proprie risorse per questa particolare situazione”.

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