La Confcommercio alla Provincia: stop a tassazione payback o è catastrofe
In Trentino i fornitori ospedalieri, salvo interventi della politica, dovrebbero pagare 250 milioni entro il 15 gennaio. Cosa si rischia?
Le imprese che si occupano di forniture di materiale sanitario, attraverso la Confcommercio Trentino, lanciano un appello alla Provincia: il tema è la tassazione payback riproposta dal Decreto Aiuti Bis. In sostanza, si tratta del meccanismo per cui le imprese fornitrici si trovano costrette a pagare gli sforamenti di spesa sanitaria delle Regioni e delle Province Autonome; un tema su cui il governo Meloni non ha assunto ancora alcuna decisione.
Secondo la Federazione italiana fornitori ospedalieri, la scadenza del 15 gennaio che porterebbe le aziende a pagare 2,1 miliardi, significherebbe in un colpo solo il fallimento di centinaia di Pmi del settore e un rischio colossale per la sanità, con il rischio concreto di un’imminente mancanza di dispositivi medici e servizi. Per il solo Trentino la cifra si aggirerebbe sui 250 milioni di euro; una mazzata tanto sulle imprese, con il rischio default dietro l’angolo, quanto per la sanità provinciale che rischierebbe di trovarsi a corto di rifornimenti.
La richiesta è semplice: Piazza Dante deve sospendere i pagamenti in attesa dei ricorsi attivati nei tribunali amministrativi in tutta Italia. Sul tema è intervenuto così il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort: “In questo momento di grande incertezza, le aziende cercheranno comunque di fare quanto nelle loro possibilità per mantenere inalterato il livello di supporto che quotidianamente viene fornito al sistema sanitario, ma è evidente che se si troveranno nelle condizioni di dover coprire questi sforamenti, di cui non sono assolutamente responsabili, non potranno onorare i contratti in essere mantenendo gli standard di fornitura sino ad oggi garantiti”.
