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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Scoperta una piantagione di canapa indiana: denunciato "coltivatore diretto"

I militari hanno rinvenuto e sequestrato 42 piante di canapa indiana, 110 grammi di marijuana già pronta all’uso, una serra armadio per la coltivazione domestica, varie attrezzature per la coltivazione e un grinder 

Scoperta una piantagione di canapa indiana. Il coltivatore, un professionista di 24 anni è stato denunciato dai militari della Compagnia Carabinieri di Egna e delle stazioni di Caldaro e Bronzolo, per coltivazione di sostanza stupefacente. 

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A fine settembre i carabinieri sono intervenuti in un’area boschiva in località San Giuseppe al lago del comune di Caldaro dove hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro quarantadue piante di canapa indiana (cannabis indica) già in avanzato stato d’infiorescenza. Hanno quindi individuato il “coltivatore diretto”, un 24enne professionista di Caldaro che era stato notato lavorare sulla sua piantagione dai militari. Nella coltivazione i carabinieri hanno anche trovato un sistema d’irrigazione “a goccia” con temporizzatore.

Sono quindi andati a perquisire l’abitazione dove hanno trovato 110 grammi di marijuana già pronta all’uso, suddivisa in cinque barattoli, una serra armadio per la coltivazione domestica, varie attrezzature per la coltivazione e un grinder (piccolo macinino portatile per tritare lo stupefacente). Il tutto è stato sequestrato e il giovane denunciato alla Procura della Repubblica di Bolzano. La droga sarà ora sottoposta ad analisi chimiche qualitative nel laboratorio di analisi sostanze stupefacenti (lass) dei carabinieri di Laives.

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Secondo gli inquirenti il terreno fertile, l’abbondanza di acqua e il clima mite avranno probabilmente favorito la crescita della canapa e avrebbe dato anche un buon raccolto se i carabinieri, sempre attenti a tutto, non fossero arrivati in tempo. "In Italia la coltivazione della canapa nella varietà 'indica' è sempre vietato dalla legge e costituisce reato (salvo precisi casi autorizzati a fini farmaceutici) così come la coltivazione di altre piante capaci di produrre sostanze droganti - si legge in una nota -. Talvolta i venditori di semi non lo dicono e/o gli acquirenti degli stessi lo sottovalutano o peggio lo snobbano e poi si mettono nei guai con la legge penale".

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