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Cronaca Lavis / località Masere

Centro commerciale a Lavis, il presidente dei negozianti: "La società vuole raddoppiare la metratura"

"Mezzolombardo è da sempre a vocazione commerciale e la società ha tutte le autorizzazioni mentre a Lavis si vuole sfruttare il nuovo Piano per raddoppiare la metratura"

Come rappresentante di categoria e presidente di un consorzio per la valorizzazione dei centri storici non sono d'accordo sulla nuova costruzione del centro commerciale LE BRAIDE a MEZZOLOMARDO, ma tengo a precisare che le licenze di questo nuovo complesso sono attive già dal 2004 e si parla di costruire una superficie commerciale di vendita di neanche 6.000 mq (i 14.000 scritti sui giornali sono compresi di parcheggi, area verde ecc). 

In merito alle accuse  di non essermi troppo scandalizzato per la nuova costruzione di Mezzolombardo, mentre mi sono fermamente opposto per quella di LAVIS con il centro commerciale LE MASERE, tengo a precisare che le due situazioni sono differenti.

La società costruttrice delle BRAIDE di MEZZOLOMARDO, infatti, ha in mano da anni tutta la documentazione necessaria per la costruzione del nuovo centro,  all'opposto di quella di Lavis che vuole costruire le MASERE non puntando alla metratura che ha già in suo possesso - e analoga a quella di Mezzolombardo - ma la vorrebbe ampliare sfruttando il piano del commercio modificabile in Comunità di Valle fino a 9.999,99 mq e addirittura costruire sotto permesso della Pat un centro commerciale di metratura imponente che supera i 20.000 mq. 

Partendo dal presupposto che come rappresentante Confesercenti e presidente del consorzio resto sfavorevole a nuovi insediamenti commerciali e nel rispetto di tutte le istituzioni, voglio sottolineare che MEZZOLOMBARDO è da sempre zona a vocazione commerciale e difenderla è più che naturale visto che negli ultimi anni abbiamo avuto la nuova galleria che ha portato un calo dei fatturati in alcuni settori merceologici, l’ospedale che è stato chiuso e che comunque aveva un suo risconto oltre che umano anche economico e molti uffici pubblici sono stati trasferiti a Trento per la spending review.  

Credo sia indispensabile che i vari amministratori in materia di commercio debbano confrontarsi in maniera costante perché la Piana Rotaliana è un territorio ristretto non in grado di assorbire altre nuove strutture commerciali che farebbero solo spostare flussi da una zona all’altra. 
Voglio infine ricordare che esiste ancora un'altra zona commerciale: la zona di Cadino. Cosa vogliamo fare un altro centro commerciale anche lì e così costruire un triangolo delle Bermuda?

Con gentile richiesta di pubblicazione.

Matteo Cattani
Vicepresidente Commercianti del Trentino

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