Porfido e cave: ripristinare l'ambiente dopo lo sfruttamento
Lo ha deciso il Consiglio comunale di Trento: sarà l'Azienda Forestale a farsi carico del ripristino ambientale, mentre l'azienda titolare della concessione dovrà versare la somma necessaria al recupero
Il consiglio comunale ha dato il via libera questa sera al nuovo piano di attuazione per il porfido. Il piano avrà una durata di 18 anni e stabilisce le modalità e i criteri di coltivazione delle cave. Si potranno estrarre fino ad un massimo di 6 milioni di metri cubi di materiale per gli anni di validità del programma. Il piano stabilisce, inoltre, che le aree date in concessione per l'attività di cava e, dunque, coltivate, dovranno essere ripristinate da un punto di vista ambientale. Sarà l'Azienda Forestale a farsi carico del ripristino ambientale, mentre l'azienda titolare della concessione dovrà versare la somma necessaria al recupero ambientale. Insieme al piano è stato approvato un emendamento dell’Upt che prevede che tutte le modifiche non sostanziali apportate in futuro al documento passino non solo in giunta comunale, ma anche nella commissione consiliare competente. Via libera anche all’ordine del giorno della consigliera Giovanna Giugni che chiede di informare il consiglio comunale sull’attuazione e il rispetto delle tredici prescrizioni imposte dalla Comitato provinciale per l’ambiente, ed in particolare quelle relative alle misure compensative per il ripristino ambientale, quelle sul monitoraggio dei flussi di traffico, sul trattamento delle acque di cava e sul rispetto dei limiti normativi per quanto riguarda la pressione sonora.