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Gas e mafia: l'ex presidente di CPL Concordia arrestato in Trentino

E' stata eseguita in Trentino dagli uomini del Noe una delle otto ordinanze emesse dal Gip all'interno delle indagini per le infiltrazioni della Camorra negli appalti della CPL Concordia, ma lo scandalo si allarga e tocca anche la FIGC

E' stato arrestato in Trentino, dove si trovava dopo la misura degli arresti domiciliari decisa dal giudice lo scorso 26 maggio, l'ex presidente della CPL Concordia Roberto Casari, la cooperativa finita al centro delle indagini per corruzione, avviate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Un anno di indagini ha portato alla luce i fitti rapporti della CPL Concordia con il Clan dei Casalesi, l'organizzazione camorristica che avrebbe messo le mani sulla metanizzazione della zona dell'agro aversano e sugli annessi contributi pubblici.

Stamane all'alba i carabinieri del Noe di Trento hanno eseguito l'ordinanza di custodia in carcere, mentre in Campania i colleghi davano esecuzione ad altre sette ordinanze. A dare una svolta determinante nelle indagini è stato il collaboratore di giustizia Antonio Iovine, fino a qualche anno fa a capo di una delle fazioni del clan, insieme ai boss Michele Zagaria e Francesco Schiavone, il "Sandokan" di Gomorra.

Nel comunicato della DDA di Napoli si parla di un accordo raggiunto a monte dei lavori tra la dirigenza della CPL Concordia ed i casalesi, che con azioni intimidatorie avrebbero ottenuto dalla concorrente Consorzio Eurogas la cessione a titolo gratuito della concessione, due mesi prima della legge 266 del '97 che prevedeva i contributi per la metanizzazione del Sud Italia. In tutto ciò ha avuto un ruolo di rilievo anche l'allora senatore del PDS Lorenzo Diana, che, come consigliere comunale nel già commissariato paese di San Cipriano d'Aversa, avrebbe favorito la coop modenese.

Non poteva mancare il calcio: tra le ordinanze eseguite stamattina c'è anche quella di divieto di dimora nella regione Campania per l'avvocato Manolo Iengo, sostituto procuratore federale della FIGC, che avrebbe procurato al senatore una dichiarazione in cui si attesta che il figlio di Diana avrebbe svolto il ruolo di CT in una squadra di serie D locale, requisito necessario per l'iscrizione del giovane ad un master della FIFA. 

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