rotate-mobile
Cronaca Lavis

Caporalato, rinviato a giudizio il titolare della Bm services di Lavis

Dovrà rispondere di sfruttamento e maltrattamenti nei confronti degli operai connazionali

L'inchiesta sul caporalato che a luglio 2021 ha coinvolto la Bm services sas di Lavis è arrivata a un punto di svolta. La procura di Padova (titolare dell’indagine) ha chiesto 12 rinvii a giudizio e cinque archiviazioni per i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. 

Tra gli imputati ci sono il titolare della Bm services di Lavis, Badar Arshad Badar, 55 anni, e i suoi due figli, tuttora in carcere. Dovranno rispondere di rapina, sequestro di persona, estorsione, violenza privata, lesioni personali. Secondo l’accusa, l’azienda trentina forniva manodopera ad aziende padovane (come la Grafica veneta spa di Trebaseleghe e la Barizza international srl di Loreggia) in condizioni di caporalato.

È stata chiesta invece l’archiviazione per Fabio Franceschi, titolare di Grafica veneta poiché - scrive il procuratore di Padova Antonino Cappelleri - “non sono state raccolte prove a suo carico circa la consapevolezza della situazione dei lavoratori stranieri”.

Lavoratori senza diritti, minacciati e picchiati

La vicenda era emersa lo scorso luglio con l’arresto da parte dei carabinieri di Cittadella (Padova) di 11 persone, indagate per caporalato nei confronti di 11 lavoratori pachistani, assunti dalla Bm services, e costretti a turni di 12 ore al giorno, senza alcuna indennità.

L’azienda di Lavis si occupa di imballaggio e confezionamento di prodotti per l'editoria. I carabinieri hanno accertato che i due titolari (anche loro pachistani) assumevano connazionali per brevi periodi, stipulando regolari contratti di lavoro (part-time e full-time). In realtà, però, gli operai lavoravano anche fino a 12 ore al giorno, senza alcuna pausa, senza ferie, né altre tutele. Per altro, i titolari avevano messo in piedi un articolato sistema estorsivo per recuperare parte dello stipendio che versavano ai dipendenti prelevandolo dalle carte di debito delle vittime agli sportelli Atm. I dipendenti dovevano anche pagare l'affitto di un posto letto ricavato da abitazioni messe a disposizione della ditta dove vivevano fino a 20 persone ammassate.

I dipendenti per difficoltà linguistiche e per fiducia nei propri connazionali all'inizio non avevano capito di essere sfruttati e derubati. Con il tempo, però, si sono rivolti al sindacato. Qui è scattata la vendetta. I titolari della Bm services, scoperto cosa avevano fatto i dipendenti, hanno deciso di "dare l'esempio" agli altri. Il 25 maggio 2020, quando i lavoratori tornarono nelle loro case a Trebaseleghe e Loreggia, vennero aggrediti da squadre di picchiatori. Legati mani e piedi, picchiati, derubati di documenti, soldi e cellulari per impedir loro di chiedere aiuto. Quindi vennero fatti salire a bordo di tre veicoli e lasciati sanguinanti per strada. Altri cinque si presentarono in ospedale.

I dirigenti di Grafica veneta, accusati di sfruttamento del lavoro, avevano chiesto e ottenuto il patteggiamento lo scorso settembre. “Riteniamo che sia preferibile chiudere con una sanzione pecuniaria e non dover stare nelle maglie della giustizia per anni per poi vedersi giudicati innocenti - aveva spiegato il legale dell’azienda veneta Fabio Pinelli in un'intervista a PadovaOggi -. Grafica Veneta è disposta a una elargizione verso i lavoratori coinvolti in questa brutta vicenda con modalità che saranno concordate con l'autorità giudiziaria”.

La denuncia della Fiom, un anno prima

La denuncia per caporalato nell’azienda Bm services di Lavis è partita dalla Fiom del Trentino. Nell’autunno 2020, infatti, due lavoratori pachistani si erano rivolti al sindacato di via Muredei per chiedere aiuto e supporto raccontando le scorrettezze e vessazioni subite dall’azienda.

“La Fiom - aveva spiegato il sindacato - si è subito attivata presso la proprietà denunciando con forza la violazione dei contratti, ma la società non ha fatto nulla per ripristinare condizioni di regolarità e, addirittura, a seguito dell’intervento del sindacato ha anche messo alla porta uno dei lavoratori”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caporalato, rinviato a giudizio il titolare della Bm services di Lavis

TrentoToday è in caricamento