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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca San Giuseppe / Lungadige San Nicolò

CSO Bruno: "A Rovereto è caccia al profugo"

Anzichè interrogare le coscienze su quanto ci sia da fare per scardinare la visione di predominio maschile comune a tutte le società l'episodio di Marco ha scatenato solamente l'ennesima caccia al profugo, scrive in una nota il centro sociale

"I razzisti di casa nostra non attendevano altro: anzichè interrogarsi sulla necessità di lavorare a fondo sulla visione primitiva di predominio dell'uomo sulla donna-corpo-oggetto si prende il pretesto per prendersela con tutti i profughi e richiederela chiusura del campo" così si legge in una nota del Centro Sociale Bruno che parla di una "caccia al profugo" scattata all'indomani dell'episodio di violenza sessuale nei pressi del campo di accoglienza della Protezione Civile.

"Che senso ha chiudere il campo e punire tutti i profughi ospitati? Perché invece non aprire un dibattito e capire come potenziare l'accoglienza e superare il prima possibile l'ospitalità del campo di Marco e prevedere altri luoghi con meno persone e dislocati in diverse zone della Provincia?" scrive Stefano Bleggi, uno dei portavoce del centro sociale di Piedicastello, e aggiunge: "Una delle poche voci fuori dal coro è della donna vittima della violenza: nelle sue parole, pubblicate dai giornali, si chiede giustizia e attenzione affinché non capiti mai più, ma da lei non trapela nessun odio e nessuna generalizzazione dei migranti accolti. Il campo di accoglienza può mantenere una qualità di vita, e quindi di sicurezza, se si potenzia la presenza degli operatori, se si mettono delle regole chiare, se, come è avvenuto per le prime persone ospitate, dopo poco tempo si trova un'accoglienza alternativa, più a misura di uomo e maggiormente progettuale."

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