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Cronaca

Pretende il vaccino senza documenti e chiama il 112: nei guai un 52enne

Gli inquirenti hanno spiegato che sta circolando una notizia, senza fondamento, che ci sarebbero persone che fanno tamponi e si vaccinano per altri

Voleva essere vaccinato ma senza far vedere i documenti, ma la dottoressa alla quale è stata fatta questa richiesta, si è opposta e lui ha chiamato il Numero unico per le emergenze (Nue) 112. È successo al centro vaccinazioni "Don Bosco" di via Mozart, a Bressanone, domenica e sono intervenuti i carabinieri.

Il singolare episodio è accaduto intorno alle 13.15. L'uomo, spiegano gli inquirenti, dopo essersi visto negata la richiesta di essere vaccinato senza un documento, ha chiamato il Nue e si sarebbe rivolto all'operatore con toni arroganti e maleducati. Nonostante il turpiloquio dell'uomo, l’operatore è riuscito a comprendere il motivo della chiamata. Il 52enne gardenese, era al centro vaccini e aveva preteso di essere vaccinato senza mostrare il documento di identità, ma la dottoressa che lo aveva ricevuto, aveva respinto la richiesta. 

La professionista, con grande probabilità, aveva avuto qualche dubbio sulla reale identità dell’uomo. Inoltre, spiegano gli inquirenti, da qualche tempo in provincia è circolata la notizia su persone positive che sono andate a eseguire più tamponi con tessere sanitarie di amici e di altre che si sarebbero vaccinate diverse volte per far ottenere “green-pass” ad altri. Gli inquirenti sottolineano che queste sono voci, al momento, prive di fondamento poiché né l'azienda sanitaria né i carabinieri hanno trovato riscontri in merito. 

L'uomo ha rivolto alla dottoressa i peggiori epiteti, oltre i limiti del sessismo. Non contento della raffica d’insulti, il vaccinando ha addirittura dichiarato di voler denunciare il medico vaccinatore. 

I carabinieri di Bressanone hanno già identificato il gardenese, peraltro soggetto già noto per altre situazioni non rese note e ora stanno valutando, secondo le testimonianze in corso di raccolta, se denunciarlo per interruzione di pubblico servizio e per oltraggio, atteso che la dottoressa nell’esercizio delle funzioni sanitarie è “incaricato di pubblico servizio”.

La spacconata al centro vaccinale rischia di costare cara al gardenese, al momento non ha comunicato motivazioni in merito al suo atteggiamento.

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