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Cronaca

Ambiente: migliora lo stato dei boschi, l'86% dell'acqua è di sorgente

Rispetto al passato è cambiata l'economia, che ha inevitabilmente modificato l'utilizzo del legname. In sessanta anni le cose sono molto cambiate e i boschi si sono arricchiti in volume e varietà di piante

Negli ultimi 60 anni i boschi in Trentino sono, per vari fattori, migliorati. Questo, in estrema sintesi, il contenuto della relazione di Alessandro Wolynski, direttore dell'Ufficio pianificazione, selvicoltura ed economia forestale del Servizio foreste e fauna della Provincia, presentata al Muse di Trento in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste.

Con un'economia più povera, ha evidenziato Wolynski, la pressione sui boschi era più elevata: si prelevava più materia prima di quanto prodotto e le modalità di gestione spesso non erano adeguate. Il risultato era un generale impoverimento di questa risorsa. In sessanta anni le cose sono molto cambiate e i boschi si sono arricchiti in volume e varietà di piante. Oggi il sistema economico legato alla silvicoltura ancora tiene in Trentino, a differenza di altre zone del territorio alpino; e questo è indice di equilibrio tra economia ed ecologia. 

Sergio Tonolli, del Dipartimento Territorio, Agricoltura Ambiente, Foreste ha spiegato quale stretto rapporto esista tra il bosco e l'acqua che beviamo. L'acqua potabile in Trentino, ha detto, deriva soprattutto da sorgenti e in minor parte da pozzi e da acque superficiali (sorgenti: 86%, pozzi 10%, corpi idrici superficiali, 4%). La copertura forestale di queste zone offre una maggiore protezione della qualità delle acque rispetto ad altri tipi di copertura del suolo. Le sorgenti del Trentino si collocano per l’80% circa nelle foreste, le quali a loro volta interessano il 60% circa del territorio provinciale. 

Di fasce ripariali e qualità dell'acqua ha parlato Paolo Negri, dell'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente. La vegetazione riparia, è emerso, abbraccia i corsi d'acqua, creando corridoi ed habit utili per gli animali, a cui fornisce anche cibo, oltre che riparo; influisce sulla temperatura e sull'evaporazione, contribuisce a filtrare l'acqua e consolida le sponde, oltre ad avere un valore sociale e ricreativo, migliorando la fruibilità dell'ambiente. 

Il professor Riccardo Rigon, ordinario di idrologia e costruzioni idrauliche al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, dell'ateneo trentino, ha parlato del ciclo idrologico, spiegando quale profonda interazione vi sia tra suolo, piante che lo coprono e dinamiche legate all'acqua. Il bosco contrasta il verificarsi di frane ed erosioni, riduce l'effetto delle piene e interagisce con la copertura nevosa. Mondo vegetale e ciclo idrologico si influenzano a vicenda nel produrre l’ambiente in cui viviamo. 

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