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Cronaca Rovereto

Bonus bebè agli stranieri, condannata la Pat per discriminazione

Tutti i bambini e le bambine nate in Trentino potranno ora chiedere l’assegno di natalità a prescindere dai requisiti della residenza e della durata del permesso di soggiorno

Il tribunale di Rovereto ha condannato la Provincia autonoma di Trento (Pat) per discriminazione nei confronti dei bambini nati in Trentino da figli di cittadini stranieri. Al centro della condanna ci sono in particolare il requisito dei 10 anni di residenza e del permesso per soggiornanti di lungo periodo.

Ora la Pat dovrà eliminare i due requisiti discriminatori dal regolamento. In caso contrario, sarà costretta a pagare, oltre alle spese legali superiori a quattromila euro, una sanzione pari a 50 euro al giorno al ricorrente che in questo caso è l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi).

Non solo: con l’ordinanza del tribunale di Trento tutti i bambini e le bambine nate in Trentino potranno ora chiedere l’assegno di natalità a prescindere dalla residenza e anche se hanno solo un permesso di soggiorno biennale.

La sentenza è arrivata grazie al ricorso di un cittadino pakistano che si era visto respingere la domanda di assegno provinciale di natalità solo perché privo dei due requisiti. Il giudice Michele Cuccaro ha applicato la recente sentenza del Corte costituzionale che ha ritenuto illegittimi i vincoli di residenza decennale ma anche il possesso del permesso per lungo soggiornanti concesso da chi vive e lavora in Italia da almeno cinque anni.

“Ancora una volta Fugatti e la sua Giunta hanno perseguito politiche discriminatorie come nessun altro territorio italiano. Questa volta, ed è un’aggravante, nei confronti di bambini - è il commento unanime di Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl), Walter Alotti (Uil) e Luca Oliver (Acli) -. Si tratta dell’ennesima figuraccia trentina”.

A livello nazionale, per esempio, a marzo 2021 il Parlamento italiano aveva stabilito il requisito massimo di due anni di residenza per l’accesso al nuovo assegno unico universale statale. “Avevamo avvertito la Provincia che sarebbe andata così - proseguono i sindacati e le Acli -. Sono due anni che facciamo una campagna di sensibilizzazione contro questi provvedimenti. Ma Fugatti, nel solco dei suoi riferimenti politici di estrema destra e sovranisti a partire da Trump, non ha voluto sentire ragioni”.

“Il prezioso lavoro fatto dall’agenzia della Famiglia o dal Family audit - aggiungono - viene spazzato via in un attimo: ora in tutta Italia passeremo per quelli che discriminano i bambini fin dalla culla. La miopia e l’ottusità della giunta Fugatti su questi temi non mette solo in discussione anni di integrazione, ma rende meno attrattivo il Trentino nel momento in cui le nostre imprese hanno assoluto bisogno di manodopera”.

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