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Cronaca

Bollettino coronavirus, altri 6 decessi e + 257 nuovi casi in Trentino

I dati giornalieri riportati dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari e dal sito del Ministero della Salute

Sforati i 3000 casi positivi al coronavirus accertati in tutto il Trentino al 9 novembre 2020. Il dato, come sempre fornito dai report giornalieri redatti dall'Apss (Azienda provinciale per i servizi sanitari) e divulgati alla Provincia autonoma di Trento e sul sito del Ministero della Salute, è in crescita. La curva dei contagi di tutta Italia è in salita continua da ormai due mesi. In Trentino, nel primo report fornito dalla Provincia lunedì 9 novembre, sono stati comunicati altri 6 decessi e 257 nuovi casi positivi. Tra questi numeri ci sono anche 2 piccolissimi, con meno di 2 anni e 54 persone che hanno più di 70 anni. I ricoveri invece sono 299 divisi tra: 24 persone in terapia intensiva, 28 in alta intensità e 247 nel reparto di malattie infettive. Le persone che si trovano nelle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) sono invece 227, mentre quelle in isolamento domiciliare ammontano a 2448. Si contano anche 100 persone dimesse e 23 dichiarate guarite. Sul fronte scolastico, sono in corso accertamenti per la situazione di 28 nuovi casi fra bambini e ragazzi in età scolare dal cui esito dipenderà la decisione di porre in isolamento le rispettive classi, quelle in quarantena all'8 novembre erano 294.

Le raccomandazioni dell'Apss 

Le autorità sanitarie rimarcano la crescita del numero di chi ha bisogno delle cure ospedaliere, rinnovando con forza ancora una volta l’invito a mantenere il distanziamento fra persone, a lavarsi frequentemente le mani e ad indossare la mascherina, soprattutto per proteggere gli anziani, ma come buona pratica per la collettività. Gli screening proseguono a ritmi serrati, i tamponi che sono stati analizzati domenica 8 novembre dal Laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale Santa Chiara sono  993. Inoltre, da mercoledì 4 novembre è entrato in vigore del protocollo sottoscritto con le farmacie per implementare l'uso dei test rapidi fino a 1200 al giorno. I positivi scoperti con test rapido, però, non vengono conteggiati nel totale e non dovranno effettuato il tampone di conferma, come ha annunciato il dirigente del Dipartimento Prevenzione Antonio Ferro. 

Il nuovo Dpcm, confini e autocertificazioni

Il premier Giuseppe Conte, invece, ha firmato nella notte tra martedì 3 e mercoledì 4 il nuovo Dpcm, dividendo l'Italia in zone: rossa, arancione e gialla. Il Trentino è stato identificato come zona gialla e per questo motivo da venerdì 6 novembre ci sarà il coprifuoco alle ore 22, i bar e i ristoranti chiuderanno alle 18; mostre, musei, cinema, teatri restano chiusi, sono sospesi i concorsi, ad esclusione di quelli per personale sanitario, nel fine settimana e in tutti i giorni festivi sono chiusi i centri commerciali. Vigono le raccomandazioni sui trasporti visto che autobus, metropolitane e treni regionali potranno viaggiare con una capienza al 50% ed è stata prevista la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori, salvo attività di laboratori in presenza. Le misure «prudenziali» sono state adottate per contrastare la diffusione del Covid19. Il nuovo provvedimento sarà valido dal 5 novembre al 3 dicembre, salvo altri Dpcm che lo potrebbero sostituire come accaduto più volte nel mese di ottobre. Tornano le autocertificazioni, già conosciute a marzo 2020, che serviranno per giustificare i propri spostamenti. Tra Tentino e Lombardia torna il «confine» dove i controlli tra zona "gialla" e zona "rossa" sono stati già operatici. 

Il Trentino accerchiato

Nel pomeriggio di lunedì 9 novembre si discuterà sul cambio fascia per alcune regioni dove i numeri corrono più velocemente. Dopo che nel fine settimana Bolzano è stata dichiarata zona rossa dal presidente Arno Kompatscher, è in discussione la sorte di sei territori, tra i quali quello del  Veneto, altra regione a confine con il Trentino. La Lombardia, invece, è già zona rossa da giorni. Se il Veneto dovesse cambiare colore di area, il Trentino si troverebbe accerchiato da zone rosse e una arancione e questo potrebbe portare un limite tangibile agli abitanti della provincia autonoma, che pur essendo ancora in zona gialla, non si potrebbero spostare a causa delle classificazioni dei territori confinanti.

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