Bollettino coronavirus: un decesso, +213 positivi. Fugatti: «Contagio rilevante ma non in crescita»
I dati vengono elaborati quotidianamente dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari
Un altro lutto sul report del contagio da Coronavirus in Trentino e + 213 nuovi casi positivi tra tamponi molecolari e test rapidi al 9 marzo 2021. I dati vengono elaborati quotidianamente dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari e divulgati dalla Provincia autonoma di Trento. Nel dettaglio, sono 123 i casi positivi ai test rapidi, 90 ai tamponi molecolari che, inoltre, hanno confermato anche 230 positività intercettati dagli antigenici nei giorni precedenti. Il tasso della percentuale di positività è del 6,1%.
«Sono sempre numeri critici perché c'è sempre una forte tensione sui ricoveri» afferma il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Contagio rilevante ma non in crescita per i dati di oggi, ieri e domenica non ci pone in una situazione ancora più grave. Questo ci porta a dire, essendo oggi è martedì e volendo dare una rassicurazione alle famiglie, possiamo dire che questa settimana continuerà la scuola in presenza come è sempre stato». La situazione verrà valutata giorno per giorno.
Focolaio San Bartolomeo
Dall’Azienda sanitaria giunge infine un aggiornamento sulla situazione dello studentato ed in particolare sui risultati dei tamponi effettuati lunedì 8 marzo dall’Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Su 202 test molecolari è stato riscontrato un caso di positività. «Le persone che vivono nelle palazzine E e F» specifica APSS «dovranno comunque restare in quarantena fino quando sarà effettuato un tampone antigenico rapido di fine quarantena che abbia esito negativo. I tamponi ai quarantenati sono previsti per lunedì 15 marzo. Non si ritiene opportuno allargare l’inchiesta epidemiologica a residenti di altre palazzine. Le nove persone a cui nel fine settimana è stato riscontrato un tampone positivo resteranno in isolamento fino alla fine dei sintomi e saranno poi sottoposte a tampone molecolare di guarigione secondo quanto previsto dal protocollo Covid».
Il governo Draghi è a un bivio
Il 9 marzo del 2020 l'Italia entrava in lockdown totale, molti ricordano ancora quel "chiudiamo tutto" pronunciato dall'ex premier Giuseppe Conte. A un anno di distanza questo virus è ancora in circolazione, è partita la campagna vaccinale, ma sono arrivate le varianti e ora il Paese sta affrontando la terza ondata dell'epidemia. Tante le restrizioni adottate, le restrizioni si sono allentate di più verso l'estate, ma in autunno il contagio è tornato a farsi sentire. Il 6 marzo è entrato in vigore il primo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) che, però, rischia di essere già "vecchio" perché l'emergenza coronavirus è di nuovo a un bivio e le chiusure graduali alle quali l'Italia ha assistito da febbraio sono state dettate dalla necessità di contrastare in maniera più decisiva il contagio. Una nuova stretta potrebbe arrivare già prima della metà di marzo, il 12 con entrata in vigore dal 15. Sono diverse le ipotesi al vaglio.