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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus: 15 decessi in Trentino

I dati del report giornaliero dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, divulgati dalla Provincia e dal Ministero della Salute

Altri 181 positivi e, purtroppo, 15 decessi. Un dato che ricorda i giorni drammatici di marzo e aprile. Sono ancora pesanti i numeri del bollettino coronavirus in Trentino, aggiornati a lunedì 16 novembre, giorno di entrata in vigore della nuova ordinanza del presidente Fugatti che contiene alcune restrizioni valide per tutta la provincia e la dichiarazione di "zona rossa" per tre comuni. Cresce anche il numero dei ricoverati: 418, ovvero 15 in più nelle ultime 24 ore, mentre quello dei pazienti in terapia intensiva resta stabile a 32.

Il numero totale delle vittime è di 604 da inizio pandemia, i decessi della seconda ondata sono stati circa un centinaio. Tra i deceduti nelle ultime 24 ore il più giovane aveva 74 anni, il più anziano 93. Sul totale dei decessi solo 4 sono avvenuti in Rsa. Tra i contagiati ce ne sono 41 con più di 70 anni, mentre 20 hanno tra i 6 ed i 19 anni. Le classi scolastiche in quarantena sono 204.

I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono stati 1.900. I dati dei test antigenici, i cosiddetti tamponi rapidi, non vengono ancora comunicati e quindi i positivi non vengono conteggiati. "Abbiamo sempre detto che quando ci sarà chiesto di comunicarli lo faremo, per ora non è così" ha detto Fugatti. Il Ministero arriverà a breve al conteggio, separato, dei positivi da test rapido. 

Ricoveri

Sul fronte ospedaliero c’è da segnalare che, nonostante la massima attenzione sia sulla fascia over70, tra i ricoverati c'è anche chi ha meno di 50 anni, circostanza che spinge l’Azienda sanitaria a rinnovare con forza l’appello alla massima prudenza e a non ritenere erroneamente che il Sars-Cov-2 sia pericoloso solo per gli anziani. Questi ultimi, ovviamente, rimangono i più esposti alle conseguenze più gravi della malattia.

L'accordo con i medici di famiglia

È stato firmato in Provincia un accordo con i medici, in linea con quello nazionale del 30 ottobre scorso, dove, accanto all'effettuazione dei test antigenici rapidi, i medici di medicina generale sono delegati dall'Apss (Azienda provinciale per i servizi sanitari) a rilasciare i certificati di isolamento e di quarantena per i sospetti e i contatti, e i relativi certificati di malattia. A darne notizia è stato l'ufficio stampa della Provincia, venerdì 13 novembre.

Comuni rossi e la nuova ordinanza

Tre Comuni diverranno a breve aree rosse in Trentino, a comunicarlo è stato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti nell'incontro con la stampa di venerdì 13 novembre. I tre Comuni sono Baselga di Pinè, Bedollo e Castello Tesino. La nuova ordinanza provinciale è attiva da lunedì 16 novembre e prevede nuove e più stringenti misure anti-contagio per tutto il Trentino.

Assembramenti e rabbia

Nello scorso weekend, il sindaco Franco Ianeselli e il presidente Fugatti hanno ricevuto una foto che documentava assembramenti nel centro di Trento, come se non ci fossero restrizioni e raccomandazioni in corso. Una situazione reputata inaccettabile dallo stesso sindaco, anche in vista dell'aumento dei contagi e dal numero di decessi che, come dichiarato più volte dal presidente Fugatti, è un dato davvero alto, soprattutto confrontandolo a livello nazionale.I banchetti di vendita di brulè e caldarroste sono stati chiusi con un'ordinanza sindacale di domenica 15 novembre.

L'ipotesi di lockdown

Torna, però, anche il rischio di lockdown .È già tornato a lavorare sul tavolo delle restrizioni il Governo, dopo meno di una settimana dalla firma del Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) del 3 novembre, diverse e accese sono state le discussioni in merito ai colori delle aree, soprattutto da parte di quei territori che si sono sentiti identificati in maniera sbagliata. Eppure, dopo qualche giorno di ansia per le sei regioni a rischio di cambio fascia, ora il discorso si fa più ampio, allargando alla possibilità di stringere ancora di più e di mettere l'intera Italia in area arancione se non, addirittura, in rossa. Un secondo lockdown a poco più di 40 giorni dal Natale, è proprio quello che tutti, o quasi, speravano di non leggere e sentire. 

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