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Cronaca

Coronavirus: ancora 13 vittime. Zona rossa nazionale, Fugatti: "Attendiamo domani"

I dati del report quotidiano dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari e trasmessi dalla Provincia autonoma di Trento e dal Ministero della salute

Ci sono altri 13 decessi per coronavirus in Trentino, ed i nuovi positivi sono 449. E' un bollettino ancora pesante quello diffuso dalla Provincia autonoma di Trento nel tardo pomeriggio di mercoledì 16 dicembre, dopo una giornata di confronto con il Governo su una possibile "zona rossa nazionale" il 24 o addirittura il 19 dicembre, in una conferenza stampa trasmessa in diretta streaming su Facebook. 

Sul totale di positivi 106 sono stati trovati grazie a 2.829 tamponi molecolari effettuati nelle ultime 24 ore, e 343 sono relativi ai 1.913 tamponi antigenici. A questi si vanno ad aggiungere altri 138 positivi al test rapido confermati con tampone molecolare. Dopo la giornata di ieri in cui gli ingressi in ospedale hanno pareggiato le dimissioni nella giornata di oggi si ha un nuovo sbilanciamento sui ricoveri: 36 a fronte di 27 dimissioni. I ricoveri in terapia intensiva sono 50, ovvero 3 in meno di ieri. Le persone dichiarate guarite nelle ultime 24 ore sono 142. 

Ricerca e tamponi

Nuovi tamponi molecolari avanzano all'orizzonte in Trentino. Durante la conferenza in diretta Facebook tenuta dalla Provincia di Trento nel pomeriggio di sabato 12 dicembre, il professore del Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata - Cibio dell'università di Trento, Massimo Pizzato, ha annunciato e spiegato la novità. Un terzo tipo di test che si affianca ai molecolari se davvero la sua efficacia sarà comparabile ma, pare, più veloce. «Non si tratta di un test rapido, si tratta di un test molecolare - ha specificato Pizzato -. Quindi cerchiamo di sfruttare la precisione e l'affidabilità del test molecolare che sono ancora il "top" del tipo diagnostico e cerchiamo di associare questo alla saliva, con il vantaggio di avere una fase nel prelievo del campione molto facilitata, che non vede il coinvolgimento di un addetto sanitario».

La speranza in un fiore

La primula sarà il simbolo della campagna dei vaccini anti-covid che partirà a metà gennaio. La luce in fondo a questo tunnel fatto di Dpcm, restrizioni e stravolgimento del mondo, pare inizi a vedersi. «Stiamo lavorando senza sosta perché la vaccinazione inizi da metà gennaio», ha confermato domenica 13 dicembre Domenico Arcuri nella conferenza stampa in cui, in compagnia dell'architetto Stefano Boeri, ha presentato la campagna di somministrazione. Come riporta Today, i primi ad essere vaccinati, ha ribadito il commissario per l'emergenza coronavirus, saranno gli operatori sanitari, il personale e gli ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali. "I numeri delle persone da vaccinare nelle diverse regioni saranno perfezionati in queste ore" ha aggiunto Arcuri.

Natale e restrizioni

Ultimi giorni, forse ore, di lavoro al Goveno per il lockdown di Natale, con l'Italia in zona rossa o arancione, anche se non si sa ancora come sarà effettivamente. Come riporta Today, il governo di Giuseppe Conte è diviso su quali misure prendere in considerazione per la stretta annunciata nei giorni scorsi e confermata martedì 15 dicembre così come sui tempi, mentre il Comitato Tecnico Scientifico ha inviato al governo il documento in cui chiede di «inasprire le misure e aumentare i controlli secondo le indicazioni contenute nel Dpcm del 3 dicembre» ma «modulandole come si ritiene opportuno»: ovvero, lasciando la scelta all'esecutivo su come intervenire. Risolvendo anche la grana degli spostamenti tra piccoli comuni. Ma la situazione è precaria in tutta Europa: «Troppi contagi».

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