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Cronaca

Battiston: "Il virus è un fiume in piena, a Natale rischiamo 30mila casi al giorno"

La stima del professore dell'Università di Trento

La pandemia corre come un fiume in piena, e rischia di colpire con forza proprio durante il Natale. È l'analisi del fisico trentino Roberto Battiston, docende dell'Università di Trento e coordinatore dell'osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con Agenas.

"L'epidemia è presente, come un fiume in piena, contenuto da argini abbastanza alti grazie in particolare al vaccino. In alcuni casi, però, gli argini potrebbero non essere abbastanza robusti di fronte a comportamenti sociali poco attenti e a un numero non sufficiente di vaccinazioni. In questi casi - ha detto Battiston all'agenzia Ansa - il fiume potrebbe cominciare a tracimare, sta accadendo in Alto Adige, dove la percentuale di vaccinati è molto bassa, o a Trieste, dove l'incidenza è arrivata a 625 in seguito agli assembramenti per le manifestazioni".

Valori alti sono anche quelli della provincia autonoma di Bolzano (398) e, in Friuli si osservano valori che oscillano da quelli di Trieste (625) e Gorizia (359) a quelli di Udine (150). Al momento, ha aggiunto Battiston, "nessuno sa dire quando queste misure arriveranno a piegare la crescita; se questo accadrà in dicembre tanto meglio: se non accadesse nulla che rallenti la crescita, a Natale potremmo arrivare a 25.000-30.000 nuovi casi al giorno e di conseguenza ad iniziare ad avere un impatto pesante a livello nazionale sul carico sanitario".

Proprio la grande disparità nell'epidemia fra le diverse aree del Paese, osserva Battiston, "rende difficile fare grandi annunci per Natale, con uno spetto di situazioni che va dalla Sardegna alla provincia di Trieste, con un intervallo spaventosamente ampio". Grazie a vaccini e Green pass, ha proseguito il fisico, "gli argini posti finora sono molto alti e si può prevedere che, anche arrivando a 30.000-40.000 casi al giorno, il carico sugli ospedali, rimanga ancora gestibile nella maggior parte dei casi". Tuttavia, "se a Natale nessuna delle misure in atto avrà effetto sulla crescita, arriveremo a un punto in cui i parametri fissati porteranno sempre più regioni in condizioni di zona colorata".

Oggi, conclude, "è stato vaccinato circa l'80% della popolazione e sappiamo che per l'immunità di gregge è necessario raggiungere l'88% di persone vaccinate che abbiano una resistenza al contagio vicina al 100%. Attualmente i non vaccinati sono i più esposti e hanno dieci volte più possibilità di ammalarsi rispetto ai non vaccinati".

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