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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Commercio, 200 in assemblea: "La festa non si vende"

Questa mattina oltre 200 lavoratori e lavoratrice del settore commercio si sono ritrovati in assemblea presso la sala della Regione a Trento per contestare il decreto Monti che liberalizza il lavoro domenicale, festivo e notturno nel settore del commercio. Sono quelle famose liberalizzazioni che anziché produrre sviluppo aumentano i costi con il conseguente rincaro dei prezzi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Ezio Casagranda, candidato al Senato per Alternativa bene comune

Questa mattina oltre 200 lavoratori e lavoratrice del settore commercio si sono ritrovati in assemblea presso la sala della Regione a Trento per contestare il decreto Monti che liberalizza il lavoro domenicale, festivo e notturno nel settore del commercio.

Sono quelle famose liberalizzazioni che anziché produrre sviluppo aumentano i costi con il conseguente rincaro dei prezzi.

Il decreto Monti, cosiddetto "salva Italia" ma che nei fatti ha prodotto solo recessione, aumento della disoccupazione ed una pesante macelleria sociale in materia di pensioni e diritti, ha introdotto la completa liberalizzazioni degli orari nel commercio motivandola come "garanzia della libera concorrenza". Questo decreto annulla la già criticata legge provinciale "Olivi" che permette l'apertura continuativa per 10 mesi consecutivi anche nei comuni dell'asta dell'Adige e quindi assesta un pesante attacco alla nostra autonomia.

Questa situazione è stata ben evidenziata dagli interventi dei lavoratori che hanno smontato tutte le fandonie prese a pretesto, dalle multinazionali ma non solo, per indurre l'Ente pubblico alle deroghe indiscriminate delle aperture; così come è stata messa a nudo la contraddizione di alcune parti datoriali che mentre chiedono ai sindacati di svolgere un'azione congiunta contro il decreto Monti disdicono il contratto provinciale togliendo ai lavoratori il pagamento dei primi 3 giorni di malattia.

La provincia dovrebbe far ricorso, come nel caso dell'A22, alla corte di Strasburgo per difendere la nostra autonomia anche sul versante delle norme che regolano il settore commerciale.

L'assessore Olivi, intervenuto in mattinata, si è ben guardato da impegnarsi su questo versante dimostrando ancora una volta come questa Giunta Provinciale intenda la difesa dell'autonomia: forte nel caso siano in gioco interessi dei potenti, attendista quando si tratta dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

L'assemblea dei lavoratori ha deciso di proseguire la lotta per la difesa dei diritti e quindi ha proclamato per mercoledì 30 gennaio una giornata di sciopero e di mobilitazione davanti al comune di Trento , dove il Consiglio Comunale discuterà del recepimento del decreto Monti sulle indicazioni pervenute dall'assessorato provinciale del commercio.

Un suggerimento che invita le amministrazioni comunali a rinunciare alle proprie competenze sul territorio (per evitare ricorsi delle aziende??) in attesa del recepimento a livello provinciale della norme previste nel "salva Italia".

Una posizione pilatesca che si nasconde dietro le scelte nazionali e che finisce per assestare un duro colpo alle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici del settore commercio.

Contro queste politiche di piccolo cabotaggio che giustificano la propria inerzia o connivenza parlando di "la colpa degli altri" i lavoratori hanno deciso di presidiare il Consiglio comunale per far valere i propri diritti. L' appuntamento dunque è per mercoledì 30 gennaio 2013 ad ore 17,30 in via Belenzani, 19 a Trento.

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