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Cronaca Centro storico

Viaggio tra gli artigiani: aziende schiacciate tra Stato e banche

"Se un artigiano si presenta in una banca e chiede un prestito, seppur minimo, le garanzie che vengono chieste sono altissime, il doppio se non il triplo della somma richiesta. Gli artigiani non sono affatto tutelati"

L'artigiano viene spesso bollato come evasore e cattivo pagatore, abbiamo così deciso di provare a capire attraverso testimonianze di proprietari di piccole- medie imprese, quali sono realmente i problemi di questo settore sempre più in crisi. Quelle che vi apprestate a leggere sono solo alcune delle tantissime testimonianze che si potrebbero raccogliere girando nei tantissimi capannoni presenti sul territorio trentino, dalle aziende meccaniche a quelle alimentari. Ogni persona ha la propria storia da raccontare e non vuole raccontarla invano: pretende una risposta da chi di dovere. Anche in questo caso, come raccontano gli intervistati, le istituzioni si dimostrano distanti dai problemi concreti delle persone, che nonostante tutto, stringono i denti e, sacrificandosi e rinunciando ad un sacco di cose, vanno avanti con orgoglio e passione.

La prima testimonianza è del signor A.B. Abbiamo esordito chiedendo se è vero, oppure no, che gli artigiani sono effettivamente degli evasori: "Gli artigiani sono degli evasori? Ni. - risponde - lo Stato è una sorta di socio degli artigiani e, in quanto tale, pretende di percepire la propria parte di guadagno, questa parte di guadagno si chiama pressione fiscale e oggi si aggira intorno al 50%. Il problema però è che lo Stato non aiuta gli artigiani nel recupero credito, di conseguenza si crea una sorta di catena, dove all'interno troviamo sia i creditori che i debitori”. Com'è - chiediamo - il rapporto tra gli artigiani e le banche? E e la categoria è tutelata oppure no dalle istituzioni? "Se un artigiano si presenta in una banca e chiede un prestito, seppur minimo, le garanzie che vengono chieste sono altissime, il doppio se non il triplo della somma richiesta - commenta A.B. -. Gli artigiani non sono affatto tutelati da nessuno, le banche e la Provincia invece che finanziare i grandi e costosissimi progetti di cui si parla tanto potrebbero distribuire questi soldi agli artigiani, tutelandoli economicamente e permettendogli di respirare un po'. Inoltre è ora di finirla con questi finanziamenti alle grandi industrie che penalizzano le piccole imprese”.

La seconda testimonianza è del signor G.Z., il quale ci ha riportato un'esperienza personale: "Come molte persone che sono nella mia stessa situazione ho chiesto un prestito ad una banca, mi è stato sì concesso, però come garanzia ho dovuto mettere le mie due case. La cosa che più mi preoccupa è che lo Stato mi deve dal 2009 quasi 2 milioni di euro, ho provato a spiegarlo alla banca quando sono andato a chiedere il prestito, ma mi hanno riso in faccia, sostenendo che probabilmente non vedrò mai più quei soldi. Ogni qualvolta che cerco di capire che fine abbiano fatto i miei soldi mi arriva una lettera da parte dello Stato, la quale mi informa che la mia pratica è al vaglio e che presto sarà risolta. Questa storia va avanti dal 2009 e dei miei soldi nemmeno l'ombra. Ho lavorato 55 anni per garantire una casa alla mia famiglia e non posso tollerare che mi venga portata via in questa maniera”.

La terza testimonianza è del signor V.C.: anche lui ci ha raccontato un pezzo della sua storia personale: "Ci siamo appoggiati per
tantissimi anni ad una banca la quale era oramai diventata la banca di fiducia della mia azienda, ho sempre pagato entro le scadenze le rate del mio capannone, senza mai dare nessun tipo di problema - spiega - . Mi è capitato di dover svolgere un grosso lavoro per una nota catena di supermercati italiana. Questo lavoro equivaleva ad un guadagno totale di 3 milioni di euro, i soldi che avrei dovuto investire per il materiale si aggiravano intorno al milione di euro. Ho così deciso di chiedere un prestito alla mia banca di fiducia, convinto che se mi fossi presentato con il contratto in mano, il quale dimostrava che avevo effettivamente ricevuto quest'offerta di lavoro, mi sarebbero stati prestati questi soldi. Ma la banca mi ha trattato come se fossi stato un cliente alle prime armi, chiedendomi una garanzia altissima. Ho così deciso di cercare una nuova banca, la quale mi desse fiducia senza chiedere garanzie sproporzionate. Grazie ad un socio della mia azienda ho trovato una banca disposta a prestarmi il denaro che mi serviva e sono così riuscito a portare a termine il lavoro commissionatomi”.

La quarta e ultima testimonianza è del signor G.R.: "Talvolta capita che gli artigiani evadano le tasse, certo, ma questo succede poiché, non essendo tutelati economicamente, devono trovare il modo di restare  in piedi per evitare che la propria azienda fallisca. Non si può avere come socio occulto un organo (lo Stato, ndr) capace solo di chiedere soldi ma completamente assente nei momenti di difficoltà. Inoltre questa situazione politica assai precaria non permette di fare investimenti di alcun tipo. Gli artigiani sono con l'acqua alla gola e necessitano di maggiore fiducia, le banche dovrebbero essere più elastiche, come tra l'altro già fanno con i grandi industriali".

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