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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Lona-Lases

Porfido, armi, voto di scambio: le mani della 'ndrangheta sulle cave in Trentino

Arrestato anche l'ex assessore alle cave del Comune di Lona Lases. L'operazione presentata a Trento dal generale dei Carabinieri Angelosanto

Una cellula trentina della 'ndrangheta che aveva preso il controllo di una zona di estrazione del porfido in Val di Cembra. Lo ha fatto attraverso investimenti, influenze politiche, certo, ma era pronta anche ad usare le armi. Il quadro presentato dagli inquirenti al termine di due anni di indagini sulle infiltrazioni mafiose ad Albiano e Lona-Lases, purtroppo, è molto chiaro.

Gli indagati sono 34, mentre sono 19 le misure di custodia cautelare eseguite dal Ros del Trentino Alto Adige all'alba di giovedì 15 ottobre all'interno dell'operazione denominata "Perfido". Tra gli arrestati figura anche Giuseppe Battaglia, imprenditore del ramo dalla fine degli anni '80 ed ex "assessore esterno" del Comune di Lona-Lases. Un elemento centrale della vicenda, visto che dal 2005 al 2010 ha ricoperto il ruolo istituzionale con delega proprio alla gestione delle cave.

Risulterebbero coinvolti però anche altri politici locali, che avrebbero avuto un sostegno in campagna elettorale da parte degli affiliati alla cosca trentina: gli 'ndranghetisti cembrani asarebbero riusciti ad influenzare le elezioni provinciali 2018. Tra i capi d'accusa figura anche il voto di scambio mafioso: risultano indagati l'onorevole Mauro Ottobre e gli ex sindaci di Lona-Lases e Frassilongo Roberto Dalmonego e Bruno Groff. Non solo: il volto politico dell'organizzazione criminale era rappresentato da un'associazione, la Magna Grecia di Trento, formata da alcuni dei soggetti indagati.

Il generale dei Ros a Trento per presentare l'operazione

Per presentare l'operazione, tra l'altro coordinata con un altro blitz in Calabria dove sono in stato di fermo indiziato elementi di vertice della cosca Serraino di Cardeto, il Comando provinciale dei Carabinieri di Trento ha ricevuto la visita del generale dei Ros Pasquale Angelosanto, che ha parlato di una "strutturata presenza della 'ndrangheta" in Val di Cembra.

"L'organizzazione era riuscita da tempo ad assumere il controllo della filiera del porfido, dall'estrazione alla commercializzazione, fino ad arrivare al condizionamento delle istituzioni" ha detto il generale Angelosanto. Dalle intercettazioni arrivano conferme della capacità intimidatoria della cosca, anche attraverso armi, ritrovate nelle cave.

Contestualmente al blitz del Ros la Guardia di Finanza ha eseguito un maxisequestro di beni mobili, immobili e conti bancari per un valore complessivo di 1,5 milioni di euro. I dettagli del sequestro saranno resi noti in una seconda conferenza stampa che si terrà al Comando provinciale della Guardia di Finanza di Trento. 

Misure cautelari

I destinatari di misure cautelari, riconosciuti come partecipanti della "locale" trentina sono:

Per Innocenzio Macheda, Giuseppe Battaglia, Mario Giuseppe Nania, Pietro Denise, Arafat Mustafà, Domenico Ambrogio, Pietro Battaglia, Demetrio Costantino, Domenico Morello, Giovanni Alampi, Saverio Arfuso, Antonino Quattrone e Alessandro Schina la misura adottata è quella della custodia cautelare in carcere. 

Applica nei confronti di Giuseppe Paviglianiti, Vincenzo Vozzo, Giovanna Casagranda, Federico Cipolloni, Fabrizio De Santis la misura cautelare degli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, con divieto di contatti di qualunque tipo con persone diverse da familiari conviventi e difensori. L'imprenditore trentino Giulio Carini è stato sottoposto all'obbligo di firma.

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