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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Primiero, operazione anti droga: tre arresti, 15 consumatori segnalati

I clienti venivano intimiditi per evitare che si rivolgessero alle forze dell'ordine. L'operazione, che ha portato al sequestro di circa 200 grammi di marijuana, è scattata perché alcuni degli stessi arrestati erano in difficoltà a ripagare i fornitori

Tre arresti su ordinanza di custodia cautelare e una quarta ancora da eseguire hanno concluso un'operazione antidroga dei carabinieri nel Primiero. A tutti e quattro è contestata l'accusa di minacce, dal momento che gli investigatori hanno appurato come gli assuntori venissero intimiditi per evitare che si rivolgessero alle forze dell'ordine. L'operazione, che ha portato al sequestro di circa 200 grammi di marijuana, è scattata perché alcuni degli stessi arrestati, tutti albanesi, erano in difficoltà a ripagare i fornitori, quindi si erano rivolti a figure istituzionali per chiedere aiuto, come indigenti. A finire in manette sono stati Lorenc Cuberi, 27 anni, Shkelzen Keka, 28 anni, entrambi accusati di spaccio, estorsione e minacce, e Arman Seferi, accusato di minacce. I carabinieri hanno inoltre segnalato come consumatori 15 persone, in gran parte trentini, di cui una manciata di minori. Secondo le indagini, di cui è stata data notizia in una conferenza stampa a Trento, la droga proveniva da bellunese e dal feltrino. Per questo sono in corso collaborazioni con i militari della zona.

Le indagini nei confronti dei 4 indagati trae origine da alcune segnalazioni raccolte dall’Arma di Cavalese e relative ad alcuni ragazzi, italiani ed albanesi che, secondo le informazioni assunte, sarebbero stati  duramente minacciati da connazionali nell’ambito dell’illecita attività di spaccio e consumo di stupefacenti, del tipo marijuana.  Da qui, nel novembre 2011 è stata avviata l’attività investigativa, svolta dapprima attraverso il monitoraggio degli spostamenti dei sospettati, che si è accertato gravitavano prevalentemente nell’area del Comune di Canal San Bovo. Successive e più minuziose indagini hanno poi permesso di verificare che alcuni assuntori di sostanze stupefacenti, anche adolescenti e già noti ai Carabinieri del luogo, si rivolgessero ad un giovane albanese come loro fornitore abituale.

Le indagini successive, svolte avvalendosi dell’ausilio tecnico dei tabulati telefonici, dei tradizionali servizi di osservazione e pedinamento degli indagati e dell’escussione di numerosi testimoni che hanno fornito utili indicazioni al prosieguo delle indagini, ha permesso di fare luce su questo gruppo di ragazzi. In sostanza, la droga era concessa “in conto vendita” per le prime cessioni, e veniva offerta ai “clienti” inizialmente a titolo gratuito, con l'intento di realizzare una rete di affiliati che, dopo un po’ di tempo, venivano poi minacciati affinchè si rifornissero soltanto da un unica fonte, e non presso altre. A due dei quattro indagati viene anche contestato il reato di estorsione, che i due avrebbero posto in essere nei confronti di un altro giovane albanese del gruppo, quello cioè che non è stato rintracciato, pesantemente minacciato dai due a corrispondere loro la somma di oltre 2.000 euro, asseritamente dovuta loro per una partita di marijuana non pagata.

L’inchiesta, terminata nel dicembre 2012, è stata coordinata dal Sost. Procuratore Dr. Davide Ognibene ed ha portato all’emissione del provvedimento restrittivo, firmato dal giudice Claudia Miori. Di particolare rilevo sono risultate le indagini in senso stretto, svolte  dai carabinieri della Stazione di Canal San Bovo, che anche senza intercettazioni telefoniche, ma con metodi di indagine tradizionali, sono riusciti a fare luce su un gruppo potenzialmente violento e capace di realizzare un clima di paura tra gli assuntori di marijuana, la maggior parte dei quali ragazzi, spesso minrenni.

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