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Cronaca Pergine Valsugana

Antonella Ruggiero, la curiosità che diventa musica

Intervista all'ex voce dei Matia Bazar, da anni innamorata del Trentino, che sarà a Pergine questa sera per un concerto con canzoni in lingua ladina e non solo. Sul palco con lei strumentisti internazionali ed il Coro S. Ilario, ma anche suoni elettronici e strumenti misteriosi: "la musica è la vera macchina del tempo"

Sarà a Pergine questa sera per un concerto speciale, accompagnata dal Coro S. Ilario con il quale ha da tempo avviato una collaborazione, e strumentisti del calibro di Marc Harris, polistrumentista già collaboratore di De Andrè, e con la sperimentazione elettronica di Roberto Colombo. Un mix che Antonella Ruggiero proporrà sul palco del Teatro Comunale di Pergine questa sera alle 18.00, uno spettacolo che chiude la rassegna "Mondi Invisibili" dedicata alle minoranze linguistiche del'Arco Alpino con formazioni musicali di occitani, franco-provenzali, Brigaschi, cimbri, ladini, sud tirolesi, carinziani, carnici, sloveni del Friuli. Il concerto di Antonella Ruggiero e dei Cjanta Vilotis sarà dedicato, come il disco registrato nel 2008, a varie tradizioni musicali e culturali a partire da quella ladina fino a quella in dialetto trentino e quella friulana. Con qualche sorpresa...

Antonella Ruggiero, il tuo viaggio musicale ti porta nuovamente in Trentino: cosa ti attira tanto della cultura ladina?

E' una passione che risale ormai a tanto tempo fa, una persona mi ha fatto conoscere questa musica, questa cultura, ed ho accettato di iniziare questo viaggio, per approfondire la storia, i luoghi, le persone che ci sono dietro a questa musica, i testi che raccontano le vicende di una terra nelle varie epoche storiche. Ci saranno anche delle canzoni mie in italiano, ma non molto famose, un poco sconosciute magari, riarrangiate perl'occasione. Ci saranno strumenti tradizionali, particolari come la nichelarpa, ma anche vocoder ed elettronica, e io porterò sul palco uno strumento che non ha un nome, è un pezzo unico, costruito anni fa dalla persona che me lo ha regalato, uno strumento a corda costruito secondo alcuni schemi che risalgono a Pitagora. E poi ci sarà il coro naturalmente: mi affascina molto la coralità della vostra terra, ma è difficile spiegare che cosa mi attrae tanto, è come spiegare un quadro, non credo si possa...

E' stata annunciata la tua partecipazione al festival di Sanremo, puoi darci qualche anticipazione?

Porterò due canzoni come tutti, e secondo le nuove regole sarà il pubblico ad eliminarne una, si tratta di due bellissime canzoni che saranno inserite in un nuovo disco di inediti, una cosa che non facevo da dieci anni e a cui tengo molto.

Saranno brani ispirati alla musica tradizionale?

No, non direi, sono brani più moderni, ci sono sonorità elettroniche ma anche classiche, melodiche

All'insegna della sperimentazione dunque...

Sperimentare è l'unica strada che vedo davanti a  me, è sempre stato così, per me è naturale. Non ho mai concepito questo meraviglioso mestiere come una semplice ripetizione di canzoni, di successo oppure no, senza che ci siano ricerca e curiosità. Andare alla ricerca di stili musicali diversi, è un'esperienza unica, è come entrare in una macchina del tempo: la musica è l'unica macchina del tempo che funziona veramente. Mi capita di trovare giovani che vengono ai miei concerti, intendo giovani giustamente attirati da altri generi musicali, che però sono curioso, mi chiedono dove ho preso certe canzoni, sono curiosi. Per me questa è la musica, portare curiosità. Questo non succede nel grande meccanismo della musica commerciale, della musica inutile, è inutile perchè non va oltre, perchè dietro non c'è niente. La voglia di andare oltre è quello che cerco di ispirare nel pubblico sostanzialmente perchè parte da me, lo ripeto: cercare, sperimentare, essere curiosi è l'unico modo in cui io concepisco questo meraviglioso lavoro. 

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