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Cronaca

Antenne Migranti: "Un'assemblea partecipata, non una violazione"

Il gruppo attivo in diverse città sulla linea del Brennero (anche Trento) difende le ragioni della protesta dei migranti al centro di accoglienza Fersina

Antenne Migranti, gruppo di monitoraggio attivo sulla rotta del Brennero, interviene rispetto alla protesta dei richiedenti asilo che si è svolta ieri a Trento presso il centro d'accoglienza di via al Desert. "Ogni tanto confliggere è sano, permette di 'sedersi in cerchio' e provare a confrontarsi. Questo è quello che, a nostro avviso, è successo ieri: un'assemblea partecipata, non un sequestro od una violazione", si legge in una nota.

"Avendo presenziato a parte dell'incontro avvenuto a Trento tra i richiedenti asilo in protesta alla residenza Fersina e figure autorevoli del sistema di accoglienza trentino, ci sentiamo in dovere di fare alcune considerazioni che possano andare un po’ oltre le banalizzazioni quotidiane - si legge ancora nella nota -. La giornata di ieri ci è sembrata un’occasione di confronto e di dibattito anche serena. Tra un sistema di accoglienza, quello trentino, che, seppur con molti difetti e contraddizioni, di cui sarebbe giusto iniziare a parlare, porta avanti da tempo un grande sforzo per generare un’accoglienza che sia utile a tutti, migranti e cittadini italiani. Ed un gruppo di persone che vivono una situazione di privazione della loro dignità".

"La protesta di ieri è nata innanzitutto come richiesta di rispetto della legge e per poter lasciare più velocemente le strutture pagate “con i soldi degli italiani” - si legge ancora nel comunicato dell'associazione -. La legge prevede che l’esame della domanda di asilo si svolga in termini ragionevoli, che nei migliori dei casi dovrebbe limitarsi a 36 giorni, mentre nella realtà le persone attendono anche due anni prima di avere una risposta dalla Commissione Territoriale competente, ingolfando così il sistema d’accoglienza. È assolutamente vero che la La Provincia Autonoma di Trento non ha alcuna responsabilità in questi ritardi, ma bisogna interrogarsi su quanto sia giusto accettare questa inefficienza del sistema come fosse una calamità naturale". 


Nella nota, l'associazione ricorda che "non corrisponde ai fatti scrivere, come riportato su un sito locale di dis-informazione, che la Questura ha dovuto sfondare i cancelli della struttura. Non appena la Questura ed i rappresentanti della Provincia si sono presentati ai cancelli, gli ospiti li hanno fatti entrare. Questa modalità di agire, diciamolo, è l’unico modo che i richiedenti asilo hanno di richiamare l’attenzione e potere incontrare i massimi responsabili dell’accoglienza. Attirando l’attenzione con una protesta. Non avrebbe più senso pensare che, ogni tanto, siano le stesse autorità a presentarsi nelle grandi strutture a verificare la situazione, dialogare con le persone, spiegare le difficoltà dell’accoglienza, senza lasciare soli gli operatori e senza aspettare le proteste?".

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