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Cronaca Gardolo

Anffas, tempi duri per i precari. Domani la firma dell'integrativo

Alcuni dipendenti chiedono risposte per la situazione in cui si trovano circa 80 lavoratori con contratto a termine. E i sindacati sono divisi: domani solo la Cisl firmerà l'accordo integrativo

 

Tempi duri per i dipendenti precari di Anffas Trentino, anche se pure i fissi non sembra se la passino benissimo. Il cambio di contratto ha inciso non poco sulle buste paga dei lavoratori: il 7% in meno per chi ha un contratto a tempo determinato (130 euro lordi in meno al mese, per i livelli più bassi), il 22% in meno per i precari con contratti a termine. Si parla di persone con una formazione specifica, che fanno un lavoro impegnativo e delicato. Nelle scuole, ad esempio, dove molti precari che assitono ragazzi disabili non hanno prospettive chiare per il futuro e ora che le lezioni sono finite non sanno cosa accadrà a settembre. I dipendenti con contratti a termine sono circa un'ottantina e alcuni di loro lavorano in Anffas anche da sei anni. 
A complicare le cose c'è poi una spaccatura tra sindacati - che è stata evidente anche in occasione del referendum indetto a febbraio dalla Cgil per tutti i 540 dipendenti - che non aiuta la situazione. La Cisl firmerà domani un accordo per un integrativo solo per la parte normativa) con l'azienda, mentre Uil e Cgil hanno visioni diverse. 
 
"Quello è un accordo a perdere", dicono alcuni dipendenti di Anffas. A creare questa situazione, come detto, è stato il passaggio dal vecchio contratto (legato a quello degli Enti locali provinciali per la parte economica ed al contratto nazionale anffas modificato con norme migliorative per i lavoratori) a quello nuovo, nazionale. Un cambiamento che ha comportato buste paga più leggere, seppur con la promessa di un integrativo. I soldi sono meno anche per le rette, perché la Provincia ha diminuito il suo consueto contributo. Una situazione, raccontano alcuni dipendenti, che rischia di penalizzare anche gli utenti: meno soldi per il sociale, vuol dire meno servizi per chi ha bisogno. La cinghia è tirata anche perché, sostengono, il passaggio da Comprensori a Comunità di valle ha indotto queste ultime a contenere la spesa, quindi a tagliare. La richiesta dei dipendenti è quella quindi quella di tutelare i precari e i nuovi assunti, dandogli prospettive e garanzie per il futuro. La richiesta di questo gruppo di dipendenti è ovviamente quella (che pare impossibile) di scongiurare la firma dell'integrativo e ripartire da un nuovo confronto per dare risposte ai lavoratori, soprattutto quelli precari.
 
Sulla questione interviene anche la Fp Cgil del Trentino, che nei mesi scorsi aveva contestato il cambio di contratto e che oggi critica la bozza di contratto integrativo. "La Fp Cgil e i suoi delegati sindacali – scrive in una nota il sindacato della Funzione Pubblica di via dei Muredei – avevano chiesto preliminarmente di discutere la situazione economico-finanziaria di Anffas a partire dal bilancio 2011. Ma su questo versante non è stato possibile aprire un vero confronto". 
 
"Ciò che è più grave – continua la Fp Cgil – è la mancanza di certezze per gli 80 lavoratori precari. Nella bozza di contratto integrativo, infatti, non è stato inserito alcun impegno alla proroga dei contratti a tempo determinato in essere. A ciò si aggiunge che ai neoassunti, comprese le lavoratrici ed i lavoratori con contratto a termine rinnovato magari da oltre cinque anni, non verrà garantito il trattamento economico dei dipendenti in forze al 31 dicembre 2011, ma solo il salario previsto dal contratto nazionale. In pratica, rispetto al contratto applicato da Anffas trentino fino all'anno scorso, il taglio della retribuzione raggiunge il 22 per cento. Su questi punti – conclude la nota – fino ad oggi le nostre richieste non sono state accettate. Per questo motivo, domani, la Fp Cgil del Trentino non sottoscriverà l'ipotesi di contratto integrativo Anffas".
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