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Fisica: l'allievo del premio Nobel lavora alla Fondazione Bruno Kessler

Andrea Picciotto lavora alla Fbk di Povo, dove si occupa principalmente di sviluppare dispositivi in silicio per applicazioni nel campo industriale e della ricerca. Uno dei suoi studi lo ha firmato proprio con il premio Nobel francese per la fisica 2018 Gérard Mourou

"Ho appreso la notizia del Nobel al prof. Mourou guardando il TG e poco dopo hanno iniziato a chiamarmi i colleghi". Fisico nucleare e process Engineer, Andrea Picciotto lavora alla Fbk di Povo, dove si occupa principalmente di sviluppare dispositivi in silicio per applicazioni nel campo industriale e della ricerca. Uno dei suoi studi lo ha firmato proprio con il premio Nobel francese per la fisica 2018 Gérard Mourou, realizzando un importante lavoro scientifico riguardante la fusione nucleare a confinamento laser, pubblicato nel 2015 sulla rivista di settore Laser and Particle Beams.

"Sono stato fortunato a poter condividere una parte del lavoro con un premio Nobel per la fisica. Non capita tutti i giorni. Per lo studio avevo condotto gli esperimenti all’Istituto ELI di Praga grazie a materiali innovativi prodotti nel laboratorio Micro-Nano Facility della FBK e poi ho collaborato con un team internazionale di esperti provenienti da diversi istituti di ricerca. Il professor Mourou venne a sapere cosa stavamo portando avanti e volle partecipare".

Si trattava di un’idea completamente originale e mai realizzata prima perché Picciotto e colleghi avevano utilizzato le caratteristiche chimico-fisiche del silicio come materiale ospite per far interagire il boro e l’idrogeno in un plasma creato da impulsi laser. In particolare nei propri esperimenti Picciotto era riuscito a realizzare una reazione nucleare che si può definire “pulita” in quanto non coinvolge la produzione di neutroni o raggi gamma e quindi possibili scorie radioattive. Una soluzione molto promettente per innumerevoli applicazioni, ad esempio in ambito sanitario. Altra importante caratteristica dell’esperimento era che si utilizzavano impulsi laser con un’intensità mille volte inferiore rispetto a quanto fatto in passato e generando una quantità di energia cento volte maggiore rispetto ai precedenti esperimenti di questo tipo. Qualcosa quindi che si distingueva nel panorama delle ricerche avanzate nel campo dei laser tanto da attirare l’attenzione del futuro premio Nobel per la fisica che divenne co-autore del lavoro scientifico. Ma le attività nel laboratorio Micro-Nano Facility della FBK non si fermano qui. “La nostra intenzione è che le collaborazioni in questo settore”, sottolinea Picciotto, "siano destinate a proseguire. Alla FBK infatti stiamo già progettando materiali ancora più avanzati che serviranno per gli esperimenti del futuro".

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