Addio ad Andrea Paternoster. Il ricordo: «È e sarà in ogni ape che ci circonda, in ogni elemento della natura e in ogni respiro vitale che anima questo mondo»
Immenso il dolore che avvolge tutte le persone che lo hanno conosciuto. Era stato ricoverato in gravissime condizioni dopo l'incidente in autostrada. «Ha combattuto fino alla fine con forza e tenacia» si legge sulla pagina Facebook di Mieli Thun, «ma la battaglia questa volta era troppo grande, improvvisa e dura»
Immenso il dolore che avvolge tutte le persone che hanno conosciuto Andrea Paternoster, l'apicoltore scomparso a seguito del terribile incidente in autostrada di giovedì 15 aprile. Era stato ricoverato in gravissime condizioni, si è spento tre giorni dopo, domenica 18 aprile. «Ha combattuto fino alla fine con forza e tenacia» si legge sulla pagina Facebook di Mieli Thun, «ma la battaglia questa volta era troppo grande, improvvisa e dura. Siamo tutti certi che Andrea è e sarà in ogni ape che ci circonda, in ogni elemento della natura e in ogni respiro vitale che anima questo mondo. i suoi organi sono stati donati pensando a questa continuità di vita ed energie. Le figlie, la famiglia e tutta la squadra di Mieli Thun vorrebbero salutare Andrea insieme a tutti voi. Considerata la situazione pandemica, ci riserviamo di comunicarvi quanto prima la data e l’organizzazione del funerale».
Paternoster era un apicoltore molto conosciuto non solo in Trentino, ma in tutta Italia, con la sua Mieli Thun, l'azienda che porta il nome del castello cinquecentesco. Sulla sua pagina dell'azienda e in tutto il web sono moltissimi i messaggi per lui, pensieri e post che raccontano quella passione che metteva nel suo lavoro e di quanto fosse stimata come persona.
Tra i tanti che stanno dedicando un messaggio, un pensiero a Paternoster, c'è il presidente di Coldiretti Trentino Alto-Adige,Gianluca Barbacovi: «A nome di Coldiretti Trentino Alto Adige esprimo un pensiero di cordoglio nel ricordare con profonda commozione Andrea Paternostrer, il noto apicoltore della Val di Non tragicamente scomparso. Si tratta di una grave perdita per l’agricoltura trentina, e non solo. La sua attività imprenditoriale è stata un esempio di eccellenza, i suoi mieli di altissima qualità lo avevano reso famoso in tutta Italia».
Paternoster era impegnato non solo per la sua realtà, ma anche per il territorio, come ricorda ancora Barbacovi: «Molto impegnato anche nelle organizzazioni agricole: presidente provinciale dei Club 3P dal 1988 al 1944 e presidente della Sezione Coldiretti di Ton dal 1997 al 2013. È stato anche finalista a livello nazionale dell’Oscar Green di Coldiretti nell’edizione 2006, a conferma del suo talento e delle sue idee innovative. Importante è stato inoltre il suo contributo su tematiche per noi fondamentali come l’agricoltura sostenibile e la valorizzazione delle produzioni locali, ma Andrea sarà ricordato anche come persona di grande cuore e la sua passione rimarrà un esempio per tante persone».
Tra i moltissimi messaggi da parte delle persone che lo hanno conosciuto, c'è anche quello dell'azienda per il turismo di Val di Non: «L'energia di Andrea Paternoster era travolgente, proprio come quella delle api a cui ha dedicato tutta la sua intelligenza e creatività. Se ne è andato un amico e grande fonte d'ispirazione. Grazie per tutto quello che ci hai insegnato».
«È impossibile accettare la tragica e per versi assurda fine di un vero interprete della cultura ambientale ancor prima che gastronomica. Andrea Paternoster era la testimonianza perfetta di come l’habitat possa garantire l’essenza della vita. Con le api a scandirne l’evoluzione» scrive Slow Food Italia: «In tutto e per tutto. Le custodiva non solo con amore, ma con loro e tramite loro sfidava ogni banalità, progettava e sperimentava piacevolezze infinite. Senza mai stravolgere l’ecosistema, anzi: era talmente integrato e consapevole del suo ruolo da considerarsi il più umile ‘servitore’ delle sue amatissime ‘ronzanti’. Slow Food perde un punto di riferimento importante. Andrea era sempre presente al nostro fianco nelle battaglie per salvare gli impollinatori dalla cecità umana, sia essa cementificazione o uso di pesticidi».