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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Rovereto

Operaio muore per l'amianto: manager rischiano il processo

Un operaio della Rheem Radi di Rovereto è morto due anni fa di tumore: la Procura ritiene che i dirigenti dell'epoca (1970-1988) non abbiano avvisato i sottoposti della pericolosità del materiale

La storia appartiene ad un epoca in cui il materiale "eterno", era considerato l'isolante ideale per qualsiasi copertura. Poi, quando si è scoperto, sulla pelle delle vittime, che l'amianto era in realtà cancerogeno, le cose hanno iniziato - lentamente, molto lentamente, a cambiare. In questo caso a rimanere vittima delle particelle tossiche dell'eternit è stato un operaio della Rheem Radi di Rovereto, morto due anni anni fa all'età di 74 anni, per un mesotelioma epitelipleurico. Nella fabbrica l'amianto era utilizzato per coibentare gli scaldabagno che venivano prodotti. Particelle microscopiche che si annidano nei polmoni e poi sviluppano tessuto tumorale. La Procura di Rovereto, quindi, ritiene che la responsabilità sia della vecchia gerenza della fabbrica, quattro persone che sedevano ai vertici nel periodo tra il 1970 e il 1988. In questi casi, con una morte di mezzo, non c'è prescrizione che tenga. Certo, ad oggi quei manager, hanno un'età avanzata (uno ha 94 anni), ma la giustizia segue il suo corso. Così, il prossimo 18 ottobre, il gip Riccardo Dies dovrà decidere se rinviare a giudizio - come chiede la Procura - David Scott (94 anni), John Herndon, Alfred Slade Mills e Domenico D'angelo, che all'epoca guidavano la fabbrica e non avrebbero - secondo le accuse contestate - avvisato i dipendenti della pericolosità dell'amianto malgrado ne fossero a conoscenza.

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