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Cronaca Centro storico / Via Giuseppe Verdi

In un libro la cultura dell'alcol vista con gli occhi dei giovani

Come ha sottolineato l'autore, "si tratta anche di un tentativo di mediare tra due mondi, quello dei giovani e quello degli adulti. Questi ultimi fanno spesso fatica a capire le ragioni e i modi del bere giovanile"

Questa mattina, presso la sala riunioni della facoltà di Sociologia, è stato presentato il volume "Relazioni alcoliche. Giovani e culture del bere" (Franco Angeli, 2011) di Charlie Barnao, ricercatore di sociologia all'Università "Magna Grecia di Catanzaro".

Il libro si occupa del bere come fatto sociale e in particolare del significato che esso assume nella creazione e nello sviluppo delle interazioni tra i giovani.
 
"Ho voluto studiare il fenomeno del consumo di alcol partendo da un'analisi sul modello culturale che si è sviluppato negli ultimi anni, soprattutto considerando i rituali legati al bere", ha detto l'autore presentando il volume al pubblico.
 
"Il metodo che ho utilizzato - ha proseguito Barnao - è quello dell'osservazione partecipante tipico dell'etnografia. Sono quindi andato nei locali tra i giovani e ho osservato direttamente come bevono e tutto ciò che ruota intorno al bere. Inoltre sono state molto utili le numerose interviste fatte lungo questi quattro anni di ricerca sul campo".
 
La ricerca analizza due contesti territoriali e sociali molto diversi, le città di Trento e Catanzaro, ma che tuttavia hanno in comune la caratteristica di ospitare sedi universitarie (fatto questo relativamente importante in relazione alla presenza di giovani e quindi al consumo di alcol). Attraverso una ricerca etnografica durata quattro anni, l'autore ha cercato di descrivere il fenomeno del bere visto con gli occhi dei protagonisti.
 
Sulla base dei dati raccolti, Barnao è ha inoltre costruito una tipologia di bevitori, utile a individuare e comprendere le differenti culture che stanno alla base del consumo di alcol e che ne condizionano le modalità. 
 
Come ha sottolineato l'autore, "si tratta anche di un tentativo di mediare tra due mondi, quello dei giovani e quello degli adulti. Questi ultimi fanno spesso fatica a capire le ragioni e i modi del bere giovanile. Purtroppo frequentemente prevale la stigmatizzazione dei comportamenti legati al fenomeno e si tende a definire tutto in termini di a-normalità e di pericolosità sociale. Mentre per capire occorre mettere da parte ogni forma di moralismo e calarsi nelle dinamiche sociali che caratterizzano le fasce più giovani".
 
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