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Cronaca Povo / Via Sommarive

Da Mosul all'FBK di Trento, la storia di Ahmed: "Devo tutto a mio padre"

Una storia di passione senza confini, volontà di eccellere e di sperimentare. Ahmed Fadhil, 30 anni, è ricercatore alla Fondazione Bruno Kessler nel campo dell'Intelligenza Artificiale

Viene dall'Iraq, precisamente da Mosul, l'antica Ninive, caduta nel 2014 nelle mani dell'Isis, Ahmed Fadhil, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler. Una passione per l'informatica, iniziata da piccolo, quando a scuola, una delle migliori del suo paese, c'erano solo 3 computer per 40 persone. 

"Sono riuscito a recuperare un vecchio PC con cui mi sono avvicinato al mondo della programmazione" racconta Ahmed in un'intervista pubblicata sul sito di FBK. La voglia di sperimentare, di pensare in grande, di eccellere lo hanno portato ad attraversare diversi confini: una borsa di studio per l'Università di Cipro, poi il master ed il dottorato in Italia.

In questo momento Ahmed è a Trento, dove sviluppa applicazioni di intelligenza artificiale che possano, un giorno, migliorare le condizioni di vita delle persone. "Coach Al" è l'ultima applicazione sviluppata. Si inserisce nel campo della cosiddetta telemedicina e permette al medico di seguire l'andamento delle cure del paziente in tempo reale, a distanza, fornendo statistiche e previsioni.

"Mio padre è il motivo principale per cui sono qui ora. Lui si è laureato in ingegneria elettronica ma non ha mai esercitato la professione. Ai tempi del regime gli stipendi di un laureato non erano sufficienti a portare avanti una famiglia, otto figli nel mio caso. Infatti molti insegnanti e tecnici necessariamente lavoravano anche come manovali, agricoltori o negozianti. Mio padre ha quindi optato per ereditare l’attività agricola da mio nonno, perché nettamente più redditizia di un impiego da ingegnere" racconta Ahmed.

L'intervista completa sul sito di FBK, clicca qui...

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