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Cronaca Centro storico / Via Giovanni Segantini

Trento, il Bruno rimane all'ex Dogana: "Non lasciamo l'edificio occupato"

Risposta del centro sociale al progetto di permuta della Provincia, che prevede entro giugno 2014 la cessione dello stabile alla Cooperazione che allargherà lì la sua sede. Parte la campagna "Il Bruno non si tocca"

“Noi non ce ne andiamo”. È il messaggio del Bruno: il centro sociale non lascerà gli spazi occupati dell’ex Dogana, che la Provincia vuole cedere alla Cooperazione in cambio dell’ex Italcementi, se prima non verrà trovata una collocazione alternativa. Sono gli stessi militanti a ribadirlo nel comunicato pubblicato sul sito internet. 

“Apprendiamo dalla stampa locale (Corriere del Trentino, ndr) – si legge - che entro giugno 2014 lo stabile dove stiamo dando vita all'esperienza di autogestione politica e sociale del centro sociale Bruno dovrà essere libero per far posto al nuovo costoso quartier generale della Cooperazione Trentina. Un'asettica nota conferma che la Federazione Trentina della Cooperazione e la Provincia hanno firmato la permuta dell'area ex Italcementi con l'edificio di via Dogana, operazione che riteniamo di chiara speculazione che ha portato nelle tasche di panciuti dirigenti di via Segantini un bel po' di soldi e di potere. Soldi che, è bene ricordare, sono della collettività, dei cittadini trentini, quindi anche nostri”. Per il Bruno si tratta di “affari che vengono fatti sottraendo soldi del welfare utili a quanti oggi subiscono la crisi, e si tratta solo di uno dei molti esempi del “sistema trentino”, un mix di interessi e clientelismo che se non viene trasformato radicalmente è destinato a portarci al collasso”.
“Attraverso queste righe – proseguono gli attivisti - ci preme fare chiarezza una volta per tutte rispetto al futuro del Bruno”. Punto primo, “il Centro sociale Bruno non ha nessuna intenzione di chiudere la propria esperienza”: “Ci hanno sgomberato più volte, abbiamo resistito, abbiamo costruito, abbiamo sudato e gioito. La questione non è risolvibile con comunicati stampa o polizia: siamo pronti a sederci e discutere se dalla controparte c'è la volontà. Lo spazio però rimane utilizzato e frequentato da migliaia di persone; da lì - sia chiaro - intanto non ce ne andiamo”.
Il secondo punto riguarda la disponibilità al dialogo: “I nostri passi nella direzione del dialogo li abbiamo fatti, dalla Cooperazione e dalla Provincia nessuna risposta. Se loro non vogliono parlare e trattare si assumeranno anche la responsabilità politica delle loro azioni”.
Terzo, l’avvio della campagna in difesa “dell’orso Bruno” ritratto nel murale sulla facciata dello stabile occupato. “Da oggi parte la  nuova campagna “il Bruno non si tocca”: chi vuole chiudere questa esperienza deve sapere che non tocca poche persone o un progetto minoritario. Tocca una pluralità di soggetti e generazioni. La prima iniziativa di questa campagna è quella di invitare tutti e tutte a spedire al nostro profilo facebook una foto con uno slogan a sostegno dell'esperienza di autogestione del Bruno che quest'anno compirà sette anni”.

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