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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Calano i contadini, non le terre coltivate. L'agricoltura per battere la crisi

La Provincia: "Stiamo infatti già registrando un incremento della richiesta di superfici agricole abbandonate da parte di operatori espulsi dai settori produttivi diversi ed in cerca di possibili redditi dall'agricoltura in particolare"

I numeri dell’agricoltura trentina segnano una significativa riduzione: -42% di imprese in un decennio, dall'anno 2000 al 2010. Le aziende agricole trentine sono passate da 28.307 a 16.446, ma gli ettari coltivati sono rimasti sostanzialmente invariati (146.730 ettari nel 2000, 137.219 ettari nel 2010), con una diminuzione del 5%. Lo dicono i dati del sesto censimento dell'agricoltura trentina realizzato nel 2010 e pubblicato oggi. Negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento delle superfici coltivate a vite (+15%) da 9.000 a 10.400 ettari, a discapito di patate e mais. Mentre la frutticoltura ha sostanzialmente mantenuto la propria superficie con 22.700 ettari. Le superfici a prato e pascolo registrano un decremento del 7% circa passando da 120.000 a 111.000 ettari. Come evidenziato sopra a fronte di un incremento della professionalità e competitività delle aziende agricole, il numero delle aziende rispetto al precedente censimento ha registrato un decremento per tutti i comparti, con un -50% circa per la zootecnia e un -25% circa per la frutti-viticoltura.
 
Dal punto di vista dell'occupazione, si verifica - malgrado la crisi, anzi, grazie alla crisi - una sorta di "ritorno alla terra". Certo rispetto al 2000 c'è un un calo consistente delle persone occupate prioritariamente nel settore agricolo, con una diminuzione di circa il 15%. "Rispetto all’elemento occupazionale - ha commentato l'assessore all'agricoltura Tiziano Mellarini - il perdurare della gravità della crisi economica che sta interessando l'eurozona ci deve fare opportunamente riflettere per la definizione degli obiettivi prioritari nella nuova programmazione agricola 2014-2020. In controtendenza rispetto ai dati sopra indicati stiamo infatti già registrando un incremento della richiesta di superfici agricole abbandonate da parte di operatori espulsi dai settori produttivi diversi da quello agricolo ed in cerca di possibili redditi dal comparto primario e dall’agricoltura in particolare. Questa condizione potrebbe garantire in futuro dei vantaggi socio-economici per il nostro territorio".

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