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Spirito e stimoli in tempo di covid. riflessioni e propositi di marcialonga

Dopo la gara running bilancio a bocce fermeTanti gli stimoli, per l’economia, per gli stranieri, per gli sportiviAdeguarsi vuol dire anche innovare, ma senza dimenticare la tradizioneE ora si pensa alla marathon invernale di fine gennaio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

Marcialonga Coop, la gara running che ha insegnato tante cose. È già passata agli archivi la 18.a edizione del 6 settembre. La corsa podistica nelle Valli di Fiemme e Fassa è stata un successo, e soprattutto ha voluto dare segnali importanti. Ma cosa spinge un comitato organizzatore ad affrontare tutto questo? “Voglia di fare - racconta il direttore generale Davide Stoffie - perché sarebbe più comodo fermarsi e nascondersi dietro la scusa di Covid-19, nessuno avrebbe nulla da criticare, ma c’è la consapevolezza che questi eventi siano uno stimolo che va al di là dell’interesse per il comitato, coinvolgendo risvolti importanti”. Marcialonga Coop è tutta una serie di stimoli per l’economia locale, quest’anno erano 64 le province rappresentate dagli atleti, mancavano gli stranieri per ovvi motivi. È anche un incitamento per i concorrenti: un obiettivo per mantenersi allenati, ed è stato così per tutti i partecipanti degli eventi 2020: in un anno così difficile sono stati comunque 10.722 i partecipanti totali tra Marcialonga ski, eventi di contorno, virtual Cycling Craft e Running Coop. L’evento è anche un impulso per i valligiani, che grazie agli appuntamenti Marcialonga rivivono la normalità e l’atmosfera che solitamente regnano all’interno dei paesi. Marcialonga Running Coop è uno stimolo per gli stranieri, che vedono in Marcialonga un’organizzazione seria, capace di organizzare una manifestazione sicura e piacevole anche in momenti delicati, creando ottimismo per il futuro. “Infine - sottolinea ancora Davide Stoffie - è stimolo per le istituzioni che vedono la nostra caparbietà che è voglia di ripartenza, volenterosa ma accorta, ed è anche stimolo per i nostri figli perché rimanga impresso loro che il termine “positivo” deve essere associato al nostro modo di essere e non al risultato di un test”. Marcialonga ha dimostrato che gli eventi di massa si possono organizzare con un giusto metodo e spirito, innanzitutto da parte del comitato organizzatore, che ha dovuto per forza di cose adeguarsi alle disposizioni e rivedere ogni singolo aspetto dell’evento: dalla promozione, alle iscrizioni, dall’ufficio gare ai trasporti, dalla partenza all’arrivo, dal percorso ai ristori, dall’assistenza medica ai servizi igienici. Il comitato di Marcialonga ha dimostrato di avere l’elasticità organizzativa, ma anche mentale, di rivedere le tradizioni che non possono essere confermate trasformandole, se possibile, in innovazioni, così che le differenze non appaiano negative, ma invece qualcosa di nuovo e bello. Originali ad esempio i cannoni che spruzzavano acqua nebulizzata al posto degli spugnaggi, valorizzazione dei due stadi mondiali ed ora olimpici toccati dalla corsa, valorizzazione dei luoghi storici della gara pur non potendo passare dai centri abitati che vogliono essere un must di Marcialonga, sia running, skiing o cycling. E anche se non c’era il pubblico c’è stata animazione, con luci ed effetti speciali nella galleria poco prima dell’arrivo, per vivacizzare l’entusiasmo di aver concluso la gara. È stato fondamentale anche lo spirito da parte dei volontari che, dietro la mascherina, i guanti e le visiere, hanno messo ancora più passione nel servizio offerto, trasformandosi anche negli unici tifosi lungo il percorso, perché se è vero che non poteva esserci pubblico è pur vero che i volontari hanno incitato ogni atleta dal primo all’ultimo. Marcialonga ha dimostrato che non deve mancare il rispetto delle regole dettate da questa nuova situazione, tant’è che in primavera ha capito fin da subito che non era corretto pensare ad un evento sportivo nel bel mezzo dell’emergenza che ha coinvolto tutti, e non ha ritenuto umanamente giusto pensare alla Marcialonga Cycling, per rispetto della gente coinvolta da Covid-19, delle categorie più esposte come i sanitari e le forze dell’ordine (sempre pronte a collaborare con il comitato per la miglior riuscita degli eventi) che sicuramente in quei momenti avevano altre priorità. Adesso, dopo un momento di riflessione, è ora di pensare alla Marcialonga 2021, l’anno del cinquantesimo anniversario del Comitato organizzatore. Con i presupposti di sempre, ma ben attenti a quello che succede nel mondo… © Newspower.it

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