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La riflessione / Borgo Valsugana

Insulti contro sindaco e forze dell'ordine, il Consiglio: "non più ammissibile"

Una lunga riflessione arriva dai consiglieri dopo l'ennesimo evento di violenza verbale e mancanza di rispetto verso un'intera comunità

“Andrà tutto bene”, ripetevano molti due anni fa, insieme a “Ne usciremo migliori”. Nei primi momenti in cui sono arrivate le direttive che obbligavano tutti a indossare le mascherine e a stare a casa, in molti, ma mai tutti, hanno vissuto una sorta di sentimento di unione, di fratellanza e comprensione. Dopo due anni quel sentimento è mutato in chiave negativa.

Dai cortei nelle grandi piazze d’Italia, alle strade dei comuni trentini. Insulti, provocazioni, frasi di discredito nei confronti di amministratori e forze dell’ordine non mancano. Quelle contro la stampa, poi, ci sono da sempre. Ma questa è un’altra storia. La violenza, principalmente verbale, alla quale molti ricorrono, spaventa e apre diversi punti di riflessione.  

L’ultimo evento noto di questo calibro, si è verificato a Borgo Valsugana, il 20 febbraio. La proprietaria di un bar aveva organizzato un pomeriggio di canto e ballo "no green pass e no mascherina", pubblicizzato con tanto di locandina. Un evento in cui si spingeva a disattendere quelle che sono le regole per il contenimento del contagio da coronavirus. Intorno alle 18, quel pomeriggio, sono arrivati i carabinieri e gli agenti della polizia locale per svolgere il loro lavoro. La visita, però, non è stata gradita dalla titolare del bar e da altri avventori. Lei si è rifiutata di farli entrare e, insieme a un altro uomo, ha iniziato a inveire contro di loro. 

Non è la prima volta che si verificano situazioni come queste, in Trentino e in tutta Italia. A inizio marzo, dopo più di una settimana da quanto accaduto, il Consiglio comunale di Borgo Valsugana ha diramato una nota dove ripercorre le tappe di due anni di caratterizzati da sofferenza, sacrifici e rinunce da parte di tutti.

Due anni surreali, visto come la pandemia ha travolto e sconvolto tutti e ogni settore: sanitario, sociale ed economico, a livello planetario. Una pandemia che “Ci ha strappato gli affetti più cari, lasciandoci attoniti nel dolore e nella sofferenza più profondi e il nostro paese ha subito un impatto emotivo particolare avendo dovuto piangere la prima vittima causata dal virus nella nostra Provincia - si legge nella nota del Consiglio -. Se oggi possiamo guardare al futuro, dal punto di vista epidemiologico, con maggiore fiducia e rinnovata speranza, lo dobbiamo essenzialmente, oltre che ai progressi scientifici in questo campo, anche all'impegno costante e quotidiano di moltissime persone. Persone, impiegate soprattutto in ambito medico-sanitario e assistenziale che, molto spesso, non hanno esitato a mettere a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri e alle quali va la gratitudine incondizionata di tutta la comunità”.

Proprio in un contesto come quello surreale della pandemia, forze dell’ordine e amministratori, si sono trovati a dover gestire un qualcosa di inaspettato e sconosciuto. Rappresentando “Una garanzia insostituibile a difesa della sicurezza dell'intera collettività, un presidio di democrazia e di attenzione a tutti i cittadini in un momento storico sicuramente non facile”.

Dopo quanto accaduto al bar di Borgo, dove i carabinieri della Compagnia locale, gli agenti di polizia municipale, il sindaco Enrico Galvan sono stati “Insultati, screditati e dileggiati pubblicamente e gratuitamente da chi, avendo come molti subito gli effetti del periodo così drammatico, ha travalicato i limiti della legittima manifestazione di disagio e difficoltà, adottando modi e toni con i quali evidentemente si considera al di sopra delle leggi e delle regole - si legge ancora nella nota -. Questo non è e non può essere ammissibile! Insultare, screditare e dileggiare un sindaco o le forze dell'ordine significa insultare, screditare e dileggiare l'intera Comunità che essi rappresentano e tutelano. Una comunità che ha dovuto soffrire in silenzio, dando prova di forza e di responsabilità nel farsi carico dei sacrifici di volta in volta richiesti, e che ora merita di poter riprendere la marcia verso la tanto agognata normalità”.

Non si tratta di “minacciare il pensiero altrui”, come spesso viene contestato soprattutto sui social, dove la polemica sull’emergenza sanitaria da coronavirus e quanto a essa collegato si spreca. “La particolarità e unicità del pensiero di ciascuno di noi rappresentano un indubbio arricchimento sociale, è altrettanto vero che tali manifestazioni non possano prescindere dal rispetto di regole basilari e necessarie per una convivenza civile – sottolinea ancora il Consiglio -. Non possiamo e non vogliamo permettere che vengano intaccati l'integrità e il rispetto delle istituzioni e che il nome del nostro paese venga associato a modi e toni scomposti”.

Una richiesta di portare rispetto, quindi, alle vittime della pandemia, ai loro cari che in molti casi sono stati privati anche della possibilità di un ultimo saluto degno della loro perdita, a tutte quelle persone che hanno sofferto e che purtroppo ancora continuano a soffrire. Rispetto per le famiglie, le associazioni, la scuola, i lavoratori e le attività commerciali che, seppur tra mille restrizioni e vincoli, hanno scelto convintamente di rispettare le regole per garantire un più veloce ritorno alla normalità.

“Esprimendo massima solidarietà al nostro sindaco Enrico Galvan e alle nostre forze dell'ordine, condanniamo e condanneremo sempre con fermezza e senza esitazione alcuna tutti quei comportamenti ed atteggiamenti tesi a screditare le Istituzioni dello Stato e la dignità delle figure che le rappresentano, certi che il bene comune prevalga sugli interessi e sulle pretese dei singoli, pur comprendendo e partecipando alle fatiche di ciascuno” conclude la nota.

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