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Canto in cerchio: il Centro Alzheimer di Trento fa scuola all’Università

Baccarini: "Le canzoni sono modi di esplorare le emozioni. Man mano che gli anni passano, portano testimonianza della vita. Permettono di rivivere il passato, esaminare il presente e dare voce ai sogni del futuro"

Il progetto di canto in cerchio, o Circle singing, sperimentato al Centro diurno Alzheimer dell’Apsp Civica di Trento, è stato oggetto di un articolo sulla rivista di settore Psicogeriatria. È stato poi argomento di due giorni di lezione, tenuti dalla coordinatrice e dall’educatrice del centro stesso, all’Università Alma Mater di Bologna, nel corso di Alta Formazione in Circle singing Educational organizzato dalla Fondazione Flaminia, a Ravenna. In quell’occasione, lo studente Paolo Baccarini ha chiesto di poter completare a Trento le proprie ricerche, che lo porteranno alla discussione della tesi a dicembre.

Nel 2018, dopo l’incontro col musicista Albert Hera, al Centro diurno Alzheimer è stata sperimentata la metodologia del Circle singing. Dopo un percorso di formazione promosso da Debora Vichi, che ha visto coinvolta l’intera equipe, ha preso forma un progetto, sempre legato al cerchio, che è stato denominato Circle Activities. Dopo l’inevitabile interruzione causata dal Covid, le attività in cerchio sono riprese a febbraio 2021 coinvolgendo tutto lo staff in un progetto di ricerca portato avanti dalla coordinatrice Giorgia Caldini, dall’educatrice Claudia Bernardi e dalla psicologa Elisabetta Pellegrini. Il percorso dell’equipe e la sperimentazione fatta sono stati argomento dei due giorni di lezione.

Spiega Baccarini: "A conclusione del mio percorso di studi in Circlesinging educational, sto direzionando la mia ricerca sull’utilizzo della canzone e della composizione di canzoni dove, oltre al lavoro di stimolazione e produzione musicale come fonte di benessere nel cerchio, venga utilizzata la parola come strumento per raccontarsi. Parola che, quindi, possa diventare testimone lasciato poi al gruppo con l’incisione di quanto scritto e prodotto".

Baccarini in passato ha lavorato come musicoterapeuta con gruppi di bambini, adolescenti e giovani ed è stato invitato da Albert Hera a cercare la matrice comune in queste sue esperienze, sperimentando in un ambiente nuovo come quello del Centro diurno per Alzheimer. "Le canzoni - sottolinea Baccarini - sono modi di esplorare le emozioni. Man mano che gli anni passano, portano testimonianza della vita. Permettono di rivivere il passato, esaminare il presente e dare voce ai sogni del futuro. Pensando ai malati di Alzheimer o altre forme di demenza, è facile constatare quanto le canzoni siano un bagaglio che resta talvolta intatto specialmente per quanto riguarda il repertorio ascoltato in giovinezza".

Non solo passato, ma stimolare anche le emozioni. "È però possibile non solo raccontare il passato, ma trovare lo stimolo e la partecipazione emotiva necessaria a raccontarsi nel qui e ora? Quando si improvvisa in cerchio lo si fa coi fonemi: un linguaggio comune a tutti - conclude Baccarini -. Qui abbiamo puntato a usare la parola e, ulteriore passaggio, anche di comporre la melodia".

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