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Zona rossa e viste ai familiari che vivono nelle Rsa

La questione non viene affrontata nelle faq del governo, nessuna deroga "ufficiale" per questo tipo di situazione

Spostarsi anche tra Comuni per andare a trovare le persone all'interno delle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali), per i familiari, è possibile? Nelle Faq del governo, almeno fino al 17 marzo, non vi era alcuna menzione, ma è possibile, sempre rispettando le modalità di incontro con barriere e proteggendosi. L'Upipa (Unione Provinciale Istituzioni Per l'Assistenza) aveva di fatto sospeso le visite dall'entrata in zona rossa della Provincia autonoma di Trento, ma solo perché nelle faq del ministero della Salute e del governo erano state confermate alcune deroghe per gli spostamenti, come per esempio per i genitori separati, o per le famiglie che necessitano di essere aiutati con la gestione dei figli, o per assistere un familiare non autosufficiente, ma non per le visite ai parenti in strutture sanitarie assistenziali.  

Occorre fare una precisazione sull'accesso alle strutture c'è, come spiegato dal direttore e responsabile tecnico-scientifico di Upipa, Massimo Giordani: «Divieto generalizzato dal 5 di marzo del 2020 di accesso, interpretato come all'interno della struttura fisica. Si può accedere solo previa autorizzazione, per entrare a contatto con la struttura ci vogliono condizioni particolari, con precauzioni. Da giugno, in un contesto dove c'è una barriera, un confine, la visita può essere fatta». È una deroga, quella di visita con barriere, che viene autorizzata dal medico che caso per caso fa una valutazione tra rischi e benefici.  

La sospensione di un paio di giorni, però, non è derivata da qualche rischio specifico, ma dalla necessità di comprendere se potesse essere prodotto per le persone che richiedono un certificato per lo spostamento. «Avevamo bisogno di capire se per noi fosse possibile dire che i familiari fossero autorizzati a spostarsi e documentare successivamente» spiega Giordani. «Il problema è il rischio epidemiologico, le persone non possono muoversi per la zona rossa, non per un rischio di contaminazione in Rsa. È stato deciso prevalentemente di sospendere in via precauzionale le visite fino a quando non si fosse chiarita la situazione. È arrivata una circolare dalla Provincia che diceva che da un punto di vista generale è il medico dirigente sanitario che in base al Dpcm può autorizzare o meno la visita qualora vi siano le condizioni di necessità e di sicurezza». 

Le visite, all'interno delle strutture vengono fatte in modalità protetta, con il mantenimento della barriera fisica e del distanziamento, condizioni che non variano il grado di sicurezza, perché non si verifica un rischio di diffusione maggiore del contagio e si è davanti ad una condizione di necessità. «Tutti condividono il fatto che sia importante e necessario che queste persone possano vedere i loro cari» precisa Giordani, «esattamente come un bambino di genitori separati. Semplicemente abbiamo dato comunicazione alle strutture che, ferma la dichiarazione rischi/benefici del medico, a nostro avviso è possibile tranquillamente rilasciare ai familiari l'autorizzazione a recarsi in visita, nella misure in cui le Forze dell'Ordine poi l'accettino in caso di controllo».

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