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Le regioni che potrebbero finire in zona arancione dal 17 gennaio e l'incognita zona rossa a febbraio

Pochi dubbi sul fatto che da lunedì prossimo alcuni territori passeranno in arancione, ma in previsione del picco Omicron non è escluso lo scenario peggiore: ecco le regioni che rischiano di più e cosa cambierebbe in zona rossa, anche per i vaccinati

Il rischio di cambiare colore è all'ordine del giorno in molte regioni italiane. Si scivola in zona arancione se vengono superati tre parametri: il 20% dei posti letto occupati in terapia intensiva, il 30% di occupazione nelle aree mediche e l’incidenza settimanale che sfora i 150 casi Covid ogni 100mila abitanti. Come riporta Today, mentre la Lombardia e la Valle d'Aosta rischiano la zona rossa tra alcune settimane, il primo step sarà la zona arancione per alcune regioni dal 17 gennaio 2022. 

Rischio zona rossa a febbraio?

In base alle disposizioni nazionali in vigore per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 e alle ordinanze del Ministro della Salute, i colori attuali delle regioni sono i seguenti:

  • Zona bianca: Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Umbria;
  • Zona gialla: Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto e alle Province autonome di Trento e di Bolzano.

La differenza tra zona gialla e bianca non c'è più. E' in zona arancione e zona rossa che le cose cambiano sul serio. Nella zona bianca, gialla e arancione sono quasi completamente identiche le regole per i vaccinati.

In zona bianca e gialla chi non ha un Super Green Pass ha le stesse limitazioni. In zona arancione rispetto alla zona gialla qualcosina cambiava fino a ieri: serviva il Super Green Pass per comprare lo skipass, per i negozi nei centri commerciali nei festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie e tabacchi), per cenare al ristorante (anche in albergo) anche all'aperto, per le piscine all'aperto, per gli spogliatoi delle palestre, per fare sport di contatto al chiuso e all'aperto, per tutte le feste nei locali dopo cerimonie, per accedere a centri culturali, centri sociali e ricreativi all'aperto. Ma il nuovo decreto-legge del 29 dicembre dal 10 gennaio applica anche alla zona bianca e gialla l’obbligo di certificato "super" per queste attività, tranne in due specifici casi: l’accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (esclusi alimentari, edicole, librerie, farmacie e tabacchi) e l'accesso agli spogliatoi.

Per una marea di altre attività serve il Super Green Pass in zona bianca, gialla, arancione: non ci sono differenze col sistema a colori. In zona arancione gli spostamenti dal proprio comune con oltre 5mila abitanti con mezzo proprio verso altri comuni o fuori dai confini di Regione/PA richiedono green pass semplice, oppure motivi di lavoro, necessità, salute, o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune. Invece non vi è alcun limite di spostamento in zona gialla. La differenza principale rimasta in piedi tra zona bianca-gialla e quella arancione è dunque la regola degli spostamenti al di fuori del proprio comune per i non vaccinati (che possono comunque uscire dal comune, per lavoro, per il vasto e mai chiarito fino in fondo campionario di "necessità", e motivi di salute). 

E' invece la zona rossa quella in cui sono ancora eventualmente vigenti le regole dell'inverno 2020-2021. Scattano in quel caso le chiusure, con coprifuoco e limitazioni agli spostamenti per tutti. Bar, ristoranti, negozi, palestre, cinema, teatri e musei chiusi per tutti, anche se si è vaccinati. In zona rossa non si può uscire dal Comune di residenza se non per motivi di lavoro, necessità o urgenza. Ristoranti e bar sono chiusi, consentito soltanto l’asporto e la consegna a domicilio. Restano chiusi tutti i negozi ad esclusione di quelli con codice Ateco consentito, in particolare alimentari, supermercati, farmacie, edicole, tabaccherie e abbigliamento per bambini. In tutti i casi i trasporti sono sempre aperti e accessibili, ma con Green Pass.

Per andare in zona rossa bisogna oltrepassare contemporaneamente tre soglie: incidenza sempre superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti (con Omicron è una soglia senza senso, in alcune regioni è dieci o venti volte tanto ormai), 40 per cento di posti letto occupati nei reparti ordinari e 30 per cento nelle terapie intensive. Si va invece in zona gialla con incidenza oltre i 50 casi ogni centomila abitanti, 15 per cento di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ordinari, e 10 per cento di posti letto occupati nelle terapie intensive Covid. Per la zona arancione, incidenza superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 30 per cento di posti letto occupati nei reparti ordinari e 20 per cento nelle terapie intensive.

Zona arancione dal 17 gennaio: le regioni che cambiano colore

Torniamo allo spettro zona rossa: se per la Lombardia se ne riparlerà a fine mese, la Valle d'Aosta (che è in zona gialla) ha il parametro dei ricoveri ordinari già da zona rossa, e anche la Liguria vi ci si avvicina pericolosamente. Il fatto che i primi dati provvisori dicano che i pazienti contagiati da Omicron e che necessitano di cure in ospedale vadano incontro a ricoveri più brevi che in passato, rende i numeri molto più ballerini. Dal 17 gennaio rischiano la zona arancione la Liguria, la Valle d'Aosta, la Calabria, il Friuli-Venezia Giulia, il Piemonte, Trento e le Marche. Sardegna, Puglia e Umbria veleggiano verso la zona gialla, ma forse solo dal 24 gennaio. 

Difficile pare previsioni esatte perché saranno decisivi i dati di giovedì 13 gennaio per quel che riguarda i ricoveri sia nei reparti ordinari sia in terapia intensiva.

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Fonte: Today

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