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L'Ordine dei medici del Trentino: "Nessuno deve più morire solo"

Lettera dell'Ordine al presidente Fugatti con alcune proposte tra cui covid-hotel e trasparenza sui dati

Tamponi periodici a tutto il personale sanitario, covid-hotel per isolare anche gli asintomatici, trasparenza sui dati e prudenza sulla riapertura delle scuole. Queste le proposte dell'Ordine dei Medici alla Provincia autonoma di Trento, alle quali se ne aggiunge una, non tesa a contenere il contagio ma a restituire dignità alle vittime nel momento estremo: adoperarsi in tutti i modi per permettere un ultimo saluto da parte dei familiari. 

Il presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Trento torna a scrivere al presidente Fugatti ed all'assessore Segnana. Un documento, stavolta, breve ma chiaro, con le proposte sopra elencate, accompagnate da un accorato grido d'allarme. "Il numero di casi positivi per 100.000 abitanti, la saturazione dei posti letto di degenza ospedaliera per i casi Covid, e l'occupazione dei posti in terapia intensiva si pongono ben oltre le soglie critiche indicate dal Ministero della salute. Il numero di decessi è costantemente elevato e ci colloca fra le aree a maggior sofferenza. Occorre evitare il collasso del sistema sanitario provinciale, già allo stremo" scrive Ioppi.

Una periodica sorveglianza su tutto il personale sanitario, scrive l'Ordine nella lettera, serve a garantire le persone più fragili in cura. Quanto alla proposta dei cosiddetti covid-hotel, era già stata sottoposta alle autorità provinciali a maggio: risultano di primaria importanza per isolare più efficacemente asintomatici e paucisintomatici, che nell'isolamento domiciliare difficilmente riescono ad evitare la diffusione del contagio ai familiari.

La richiesta di trasparenza nella comunicazione ai cittadini è direttamente legata alla prevenzione del contagio in quanto agisce sulla percezione che la popolazione ha della malattia, percezione che varia a seconda dei dati comunicati. Infine, la questione della morte in solitudine. "E' disumano condannare un nostro simile a morire da solo - si legge nella lettera -. Se questo poteva essere ammesso all'inizio della pandemia ora non deve più essere tollerato. Le istituzioni devono adoperarsi con tutte le forze per garantire la presenza di un familiare nel momento della sofferenza e della morte". 

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