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Virgo Fidelis, cos'è e perché i carabinieri la celebrano

Patrona dell’Arma e ricordano l’80° Anniversario della difesa del caposaldo di Culqualber, nel 1941 in Africa orientale, quando il 1° Battaglione Carabinieri Zaptiè mobilitato, si sacrificò quasi totalmente per agevolare la manovra di sgancio delle forze in italiane in ritirata

Domenica 21 novembre i carabinieri di tutta Italia celebrano la “Virgo fidelis”, Patrona dell’Arma e ricordano l’80° Anniversario della difesa del caposaldo di Culqualber, nel 1941 in Africa orientale, quando il 1° Battaglione Carabinieri Zaptiè mobilitato, si sacrificò quasi totalmente per agevolare la manovra di sgancio delle forze in italiane in ritirata. Con pari emozioni si celebra anche la “Giornata dell’Orfano”, che tutti gli anni rivolge un’affettuosa e avvolgente attenzione a tutti i figli -di quei Carabinieri, prematuramente caduti e scomparsi- che sono stati privati dell’affetto paterno, per la tragica evoluzione degli eventi e devono sopportare un grande e iniquo dolore; adolescenti e giovani, che hanno diritto a sentire di non essere comunque lasciati soli.

Nella chiesa di “Maria Ausiliatrice” del capoluogo, l’Arcivescovo Metropolita di Trento, Mons. Lauro Tisi, sabato 20 novembre, ha celebrato la santa Messa in onore della Patrona, officiata per il secondo anno consecutivo e in ragione della contingente situazione pandemica, alla sola presenza dei Carabinieri del Comando Provinciale e dei rappresentanti dell’Arma in congedo.

Le tre ricorrenze, da sempre accomunate dall’etica del dovere, ci richiamano fortemente ai valori, su cui si fonda la nostra Istituzione, che sempre conservando la semplicità dei gesti quotidiani, intende operare con attenzione e vicinanza al prossimo, nel solo intento di compiere ordinariamente e adeguatamente il proprio dovere, per garantire la sociale convivenza, con la serena coscienza di non fare nulla di speciale, nel diuturno silenzio. In alcuni passi dell’omelia l’officiante ha definito i Carabinieri, un corpo militare composto da uomini e donne animati da umanità e fedeltà, che assumono il ruolo di offrire speranza, attraverso un loro tratto tipico: la vicinanza. Ciò, per la peculiare attitudine a “farsi prossimo” e a difendere la Nazione, più che con le armi, con la vicinanza alla comunità e con la capacità di “ascoltare, mediare, confortare, arginare le tensioni, talvolta finanche facendosi carico delle fatiche sociali”. Nel cogliere l’auspicio di riuscire in questo alto compito, i militari hanno inteso ringraziare tutte le Istituzioni per la vicinanza dimostrata all’Arma, anche in questo ultimo anno, con l’augurio di potere presto tornare alla completa condivisione della ricorrenza.

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