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Violenza sulle donne: i dati trentini "toccati" dal Covid

Il lockdown ha reso difficile anche questo aspetto, le occasioni di "lanciare" un segnale all'esterno dell'ambiente dove vivono le donne maltrattate. Nel 2014 si registrava un totale di 910 eventi, di cui 722 denunce e 188 ammonimenti, nel 2020 il dato complessivo è sceso a 475 di cui 391 denunce e 84 procedimenti di ammonimento

La pandemia ha stravolto ogni aspetto della vita delle persone. Il lockdown ha ridotto la possibilità di uscire e quindi le occasioni di "lanciare" un segnale di allarme da parte delle donne vittime di maltrattamenti. La Pat ha presentato i propri dati mercoledì 24 novembre, alla vigilia della Giornata internazionale per l'eliminiazione della violenza contro le donne, raccontando anche azioni e intenzioni messe in atto sul territorio, con anche la firma del Protocollo di Inteda per la prevenzione e il contrasto del fenomeno.

L'Onu definisce la violenza contro le donne “qualsiasi atto di violenza di genere che provoca o possa provocare danni fisici, sessuali o psicologici alle donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che si verifichi nella vita pubblica o privata”. Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. 

Nel 2021, secondo la relazione divulgata dalla Pat, la situazione relativa alla violenza sulle donne in Trentino è simile a quella delle altre regioni italiane. I dati del Report annuale che sono stati mostrati il mercoledì 24 novembre, durante la firma del Protocollo di Intesa per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza di genere, hanno confermato che la violenza di genere riguarda, purtroppo, la rete di relazione più vicina alle vittime che coinvolge la sfera affettiva e delle conoscenze.

Nell’89,9% dei casi, il presunto autore è un uomo che proviene dal contesto familiare, relazionale o lavorativo delle donne. Vi è poi un dato su cui prestare attenzione, quello delle denunce e dei procedimenti di ammonimento che nel 2020 hanno subito una flessione. Il numero di donne accolte nel 2020 nei servizi del Trentino è stato definito "stabile", con un lieve incremento percentuale per i servizi residenziali del 4,8%.

Le donne che si rivolgono ai servizi residenziali hanno caratteristiche diverse dalle utenti dei servizi non residenziali. Le prime sono più giovani, economicamente vulnerabili, straniere e con livelli di istruzione diversificati. Il gruppo di donne che invece accede ai servizi non residenziali è composto da donne più mature, economicamente autonome, con un livello di istruzione medio alto, italiane. Le donne che accedono alle due tipologie di servizi antiviolenza sono prevalentemente coniugate o conviventi, nel 2020 sono aumentate le utenti italiane rispetto alle straniere.

Violenza contro le donne - conferenza 24 novembre-2

Sono state presentate anche le azioni messe in campo, dalla campagna di sensibilizzazione "Aiutaci a stare al tuo fianco" alla formazione rivolta agli insegnanti, fino all'iniziativa promossa da Assessorato istruzione, Dipartimento e sovrintendente scolastica, per promuovere l’installazione di una sedia rossa in ogni classe o negli spazi comuni delle scuole trentine per ricordare appunto il 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Rinnovato il Protocollo di Intesa per la prevenzione

Alla vigilia della ricorrenza contro la violenza sulle donne, a Trento, è stato sottoscritto il rinnovo del Protocollo di Intesa per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza di genere, che vede la Provincia con Commissariato del Governo per la provincia di Trento, Procure della Repubblica di Trento e Rovereto, Consorzio dei Comuni Trentini, Azienda sanitaria e l'Università degli Studi di Trento unite nell'attività di monitoraggio del fenomeno e di sensibilizzazione e formazione.

Presenti, nella sala di rappresentanza del Consiglio regionale, c'erano il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, l'assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana con la dirigente dell'Umse Sviluppo rete dei servizi Miriana Detti, il commissario del Governo Gianfranco Bernabei, il procuratore di Trento Sandro Raimondi, il procuratore di Rovereto Aldo Celentano, il questore Alberto Francini, il comandante provinciale dei Carabinieri Colonnello Simone Salotti, il presidente del Consorzio dei Comuni Paride Gianmoena, il direttore generale f.f. dell'Apss Antonio Ferro e la prorettrice alle politiche di equità e diversità dell'Università degli Studi di Trento Barbara Poggio, nonché la presidente della Commissione provinciale pari opportunità Paola Maria Taurfer. A moderare il capo ufficio stampa della Provincia, Giampaolo Pedrotti.

Uno sguardo ai dati

In apertura il presidente Fugatti ha espresso la vicinanza delle istituzioni a un tema sentito, al centro delle cronache quotidiane, ma anche il ringraziamento per il lavoro svolto: "Credo che la firma di questo Protocollo rappresenti un esempio di come la nostra Autonomia riesca ad arrivare prima su tematiche che hanno una forte importanza sociale e territoriale", sono state le sue parole. Quindi l'assessore Segnana ha spiegato come i dati relativi ai casi di violenza di genere in Trentino siano frutto di un lavoro di analisi e selezione effettuato da tutti gli enti che sottoscrivono il Protocollo. L'assessore ha poi ricordato il forte tema della violenza assistita, quella che colpisce i bambini, e l'attività di formazione avviata grazie a una collaborazione fra Assessorato Istruzione, Iprase e tsm e rivolta proprio agli insegnanti. Infine il difficile periodo del lockdown, ancor più problematico per le donne vittime di violenza, durante il quale si è lavorato con una "campagna di formazione mirata indirizzata in particolare nei pochi luoghi accessibili" e l'ottimo risultato raggiunto grazie al lavoro congiunto con la Procura e le forze dell'ordine di allontanare dalle abitazioni l'autore delle violenze e non la donna coi bambini. Alla dirigente Detti il compito di ripercorrere i dati che rappresentano statisticamente il fenomeno.

L'azione di Procura, Commissariato, Prefettura e forze dell'ordine in Trentino

Il fenomeno della violenza sulle donne colpisce tutte le zone del mondo. A Trento, la perfetta sinergia tra forze dell'ordine, Procura, Commissaritato, Prefettura e forze dell'ordine sta creando da tempo una rete di comunicazione e azione mirata all'intervento, alla tutela e alla protezione delle donne e dei minori vittime di violenza. A Trento, l'uomo violento viene allontanato da casa, non la donna maltrattata. E questo grazie al provvedimento firmato dal procuratore capo di Trento, Raimondi, nel 2020. Durante il convegno di mercoledì, è stato reso noto che questo tipo di azione ha visto una cessazione della violenza nell'uomo in alcuni casi. 

Durante l'incontro, il commissario Gianfranco Bernabei ha parlato di "un iceberg che sta lentamente emergendo" ovvero del progressivo aumento della volontà delle donne di denunciare gli abusi grazie anche all'attività di sensibilizzazione capillare. Il procuratore di Trento Raimondi ha ripercorso le azioni messe in campo, mettendo in luce l'ottima collaborazione con la Provincia e con l'Azienda sanitaria, avviata con l'entrata in vigore della normativa "codice rosso" che consente all'atto della denuncia di assistere immediatamente le donne con uno psicologo.

Il procuratore di Rovereto Celentano ha evidenziato come quello della violenza sia un fenomeno trasversale, non certo ristretto al solo territorio nazionale, e che la strada da percorrere sia quella di lavorare insieme. Dal questore Francini l'appello a "sfondare il muro culturale della residenza familiare", segnalando prima che la violenza degeneri; da questo punto di vista "un'attività preziosa potrebbe essere fatta dai sindaci, in qualità di rappresentanti della collettività, specie nei piccoli centri".

Il comandante dei Carabinieri Colonnello Salotti ha ricordato come le forze di polizia rappresentino il "primo baluardo" e che "l'attenzione sul fenomeno è massima e quindi la consapevolezza e la sensibilità stanno aumentando", mentre il presidente del Cal Gianmoena ha spiegato come "oggi più di ieri ci sia bisogno delle istituzioni, di lavorare insieme e di segnali di fiducia".

La prorettrice Poggio, nel ricordare le iniziative messe in campo dall'Università, ha espresso come "la prevenzione e il contrasto passino attraverso la collaborazione fra diversi istituzioni e soggetti", quindi il direttore di Apss Ferro ha spiegato come si stia lavorando a "migliorare il sistema di raccolta", affinché le situazioni di violenza non siano intercettate solo nel pronto soccorso ma anche negli altri servizi dell'Azienda, e infine la presidente Taufer, nel ringraziare l'assessore Segnana per aver "riattivato il Comitato antiviolenza", ha anticipato che la Commissione pari opportunità sta lavorando sul tema della "violenza economica" e "sulle tre generazioni, ovvero figli, genitori ma anche nonni visto che molti nipoti trascorrono molto tempo con i nonni".

Protocolli e azioni

L'attività di monitoraggio, che si attua mediate la rilevazione dei dati relativi alle denunce, viene realizzata annualmente partire dal 2012, mentre il Protocollo, che fa seguito alla legge provinciale 9 marzo 2010, n. 6 "Interventi per la prevenzione della violenza di genere e per la tutela delle donne che ne sono vittime", è stato sottoscritto per la prima volta nel 2016.

Obiettivo è quello di monitorare e far conoscere il fenomeno della violenza di genere in provincia di Trento, attraverso un sistema di raccolta dati condiviso con i Rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle Polizie Locali del territorio provinciale, delle Procure della Repubblica di Trento e di Rovereto, dell’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari e dell’Università degli Studi di Trento. Ma anche sensibilizzare sul tema della violenza di genere e attuare formazione specifica per gli operatori delle Forze dell’ordine, delle Polizie Locali, delle Procure della Repubblica territorialmente competenti, degli operatori socio-sanitari e di tutti coloro che, a vario titolo, possono essere coinvolti nei casi di violenza di genere.

Le principali azioni riguardano la condivisione di una metodologia per la rilevazione dei dati relativi alle denunce, dei procedimenti di ammonimento e degli accessi ai Pronto soccorso; la raccolta periodica dei dati in forma anonima relativi alle denunce; la raccolta periodica dei dati in forma anonima relativi agli accessi ai Pronto Soccorso da parte delle donne vittime di violenza; l'analisi integrata dei dati relativi alle denunce ed agli accessi ai Pronto Soccorso con i dati relativi alle utenti dei servizi antiviolenza presenti sul territorio provinciale ed infine la collaborazione e monitoraggio costante delle attività tra i soggetti firmatari.

I dati

Per quanto riguarda i dati riferiti all’anno 2020 si registra una contrazione delle denunce rispetto gli anni passati e un drastico calo nei procedimenti di ammonimento: se nel 2014 si registrava un totale di 910 eventi, di cui 722 denunce e 188 ammonimenti, nel 2020 il dato complessivo è sceso a 475 di cui 391 denunce e 84 procedimenti di ammonimento.

Dal punto di vista dell'incidenza sulla popolazione femminile si registrano 2,5 casi ogni 1.000 donne, tenendo come riferimento il numero complessivo di donne tra i 16 e i 64 anni in Trentino al 1° gennaio 2020 pari a 169.314. Drammatica poi la relazione fra la vittima e il presunto autore: nel 39,4% si tratta del partner e nel 24% dei casi dell'ex partner.

Per quanto riguarda l’accesso ai servizi da parte delle donne in situazione di violenza si registra una sostanziale stabilità del dato: le donne accolte nei servizi residenziali nel 2020 sono state 109 (104 nel 2019). Le donne che si sono rivolte ai servizi non residenziali sono state 340 nel 2020 (erano 338 nel 2019). Si rileva invece un decremento percentuale del 13,0% dei bambini coinvolti nella violenza insieme alle madri che si sono rivolte ai servizi, passando dai 624 bambini c nel 2019 ai 543 del 2020.

Legge e servizi

Leggi 3/2021 e 6/2010
Il Consiglio provinciale ha approvato la Legge 9 febbraio 2021, n. 3, Modificazioni della legge provinciale 9 marzo 2010, n. 6 (Interventi per la prevenzione della violenza di genere e per la tutela delle donne che ne sono vittime), in materia di assegno di autodeterminazione per le donne che hanno subito violenza.

Servizi residenziale e non residenziali
In provincia di Trento sono presenti sia servizi residenziali che non residenziali che offrono alla donne vittime di violenza accoglienza e sostegno.
In particolare i primi offrono accoglienza alle donne vittime di violenza e ai loro figli e sono la Casa Rifugio, 3 case di accoglienza e alloggi in autonomia.
I secondi offrono invece servizi di consulenza psicologica e sociale, orientamento nella scelta dei servizi sanitari e socio-assistenziali territoriali, percorsi di reinserimento sociale e lavorativo, percorsi rivolti ai figli minori, eventualmente presenti, di recupero del trauma in modo autonomo rispetto agli interventi sulla madre coinvolta nella situazione di violenza.
Offrono inoltre percorsi di rieducazione rivolti al maltrattante ai fini di prevenire la reiterazione dei comportamenti violenti.

Centro antiviolenza
La Provincia riconosce inoltre l’attività svolta sul territorio del Centro antiviolenza aderente alla rete nazionale “Donne in rete contro la violenza Onlus” e dagli altri soggetti del terzo settore impegnati nella lotta alla violenza contro le donne.

Fondo di solidarietà
La Provincia ha inoltre istituito un fondo di solidarietà per sostenere le donne vittime di violenza nelle azioni intraprese in sede giudiziaria, attraverso l'anticipazione del risarcimento del danno morale riconosciuto con provvedimento dell'autorità giudiziaria, fatta salva la restituzione delle somme anticipate nei casi e con le modalità stabilite dalla deliberazione prevista dal comma 3.

Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza
Con una deliberazione del 12 novembre 2021 la Giunta ha approvato la Costituzione del Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza ai sensi dell'articolo 10 della legge provinciale 9 marzo 2010, n. 6 (Interventi per la prevenzione della violenza di genere per la tutela delle donne che ne sono vittime). Si tratta di un organismo tecnico di supporto al Comitato per la programmazione sociale, con la funzione di approfondire le tematiche relative alla violenza di genere. Il Comitato si è riunito in prima seduta il 22 novembre.

Sedie rosse
Condividendo l'impegno di promuovere iniziative per contrastare la violenza sulle donne, unitamente all’Assessorato all’istruzione e cultura, al Dipartimento e alla Sovrintendente scolastica, il Servizio istruzione ha proposto, in concomitanza con la giornata di sensibilizzazione, l’installazione di una sedia rossa in ogni classe o negli spazi comuni di tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado e formazione professionale, realizzata con le modalità creative che studenti e docenti riterranno più adeguate (ad esempio una sedia dipinta, rivestita di carta, proiettata su una parete).

Campagne di sensibilizzazione
Ha preso avvio in occasione dell’8 marzo (con una ripresa nel mese di novembre) la Campagna di sensibilizzazione “Aiutaci a stare al tuo fianco”, per sostenere le donne che hanno subito violenza, ribadire il messaggio che non sono sole ma che in Trentino vi è una rete di servizi specializzati pronta ad ascoltare.

Formazione
Ha preso il via il 20 ottobre il percorso formativo di contrasto alla violenza e per la promozione di buone relazioni, rivolto a dirigenti e docenti delle istituzioni scolastiche e formative provinciali e paritarie del Trentino, sia delle scuole primarie che secondarie di primo e secondo grado. Lo hanno promosso l’Assessorato alle Politiche Sociali (UMSE sviluppo rete dei servizi - Ufficio Pari opportunità e inclusione e Servizio politiche sociali - Ufficio Età evolutiva, genitorialità e centro per l’infanzia) e l’Assessorato all’Istruzione, coinvolgendo da un lato IPRASE, punto di riferimento per l'aggiornamento e la formazione continua del personale scolastico delle scuole trentine, per la progettazione, e dall'altro tsm - Trentino School of Management che ha messo a disposizione la sua esperienza nella progettazione e gestione di progetti formativi. Il corso coinvolgerà i partecipanti in sei momenti formativi da due ore ciascuno.

Durante l'incontro di mercoledì, le donne intervenute, dall'assessore Stefania Segnana, indossavano un indumento rosso: chi la sciarpa, chi le scarpe.

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